Utilizzare il pane raffermo come condimento per la pasta veloce, leggero e sfizioso con questa ricetta napoletana di Totò

Utilizzare il pane raffermo come condimento per la pasta

Un alimento che non può mancare mai in nessuna casa è il pane, da utilizzare come accompagnamento a salumi e formaggi o a secondi piatti. Tutti lo compriamo con una certa cadenza, ma talvolta non lo si riesce a consumare in pochi giorni e si indurisce. Buttarlo è un vero spreco, tanto più che fortunatamente esistono diversi modi per utilizzarlo anche quando ormai è raffermo. Potremmo addirittura sfruttarlo per preparare un primo piatto della tradizione napoletana davvero appetitoso e molto amato dal principe Antonio De Curtis, in arte Totò.

Per far durare a lungo il pane bisognerebbe porre attenzione alla sua conservazione. Converrebbe mantenerlo nel sacchetto di carta fornito dal fornaio e privato di aria. Inoltre, un trucco in più, sarebbe poi avvolgere il sacchetto in una busta di plastica: se ne terrà così a bada l’umidità e rimarrà più a lungo morbido e croccante. Oppure possiamo congelarlo e scongelarlo solo nel momento del bisogno, converrà però riscaldarlo per ridare croccantezza alla scorza.

Nonostante queste tecniche, spesso, per errori di calcolo o per distrazione, lo facciamo diventare vecchio e duro. In questo caso possiamo trovare dei metodi per consumarlo, quale grattugiarlo per fare del pangrattato. Tante però sono anche le gustose ricette che ne prevedono l’utilizzo come ingrediente. In particolare, vi è un piatto di pasta napoletano davvero da leccarsi i baffi, tanto è vero che sarebbe stato il preferito di Totò.

La ricetta di Totò per utilizzare il pane raffermo come condimento per la pasta veloce

Totò è stato sicuramente uno dei più importanti attori comici italiani. Le sue divertenti battute, pronunciate con la sua intonazione napoletana, sono famose e inconfondibili. Inoltre, oltre ad aver interpretato anche ruoli drammatici, è stato anche un abile poeta. Forse, però, l’aspetto meno noto di Antonio De Curtis è quello culinario. Adorava cimentarsi in cucina seguendo le ricette tradizionali della madre, raccolte in un quaderno. A pubblicarle ci ha pensato la figlia, Liliana De Curtis, con il titolo Fegato qua, fegato là, fegato fritto e baccalà.

Tra le varie ricette contenutevi all’interno ve n’è una particolarmente amata da Totò, quelli degli spaghetti alla Gennaro, piatto napoletano dedicato al Santo Patrono della città. Una ricetta da poter sfruttare per preparare un primo diverso e pronto in pochi minuti, nonché per consumare il pane raffermo. Ci serviranno infatti:

  • un paio di fette di pane raffermo;
  • 4 acciughe sott’olio;
  • origano;
  • basilico;
  • aglio;
  • sale;
  • olio extravergine di oliva;
  • 160 g di spaghetti.

Spaghetti alla Gennaro, l’alternativa anti spreco dei classici aglio, olio e peperoncino

Come prima cosa dobbiamo strofinare l’aglio sulle fette di pane, proprio come facciamo quando prepariamo le bruschette. Dopo di che provvederemo a sbriciolarle in modo grossolano con le mani all’interno di una ciotola. Intanto prendiamo una padella e versiamoci un paio di cucchiai di olio e un paio di spicchi di aglio. Poniamo sul fornello e facciamo dorare gli spicchi, facendo attenzione a non bruciarli. Quando li avremo soffritti, li toglieremo e aggiungeremo in padella il pane sbriciolato. Lo faremo soffriggere mescolandolo continuamente per qualche minuto. Spegniamo e mettiamo da parte il pane.

Mettiamo sul fuoco una pentola d’acqua per la pasta e intanto tritiamo le acciughe. Prendiamole e mettiamole in una padella con un cucchiaio di olio e origanoRosoliamole per qualche minuto. Saliamo poi l’acqua e caliamo gli spaghetti. Andremo poi a scolarli e a versarli nella padella delle acciughe, dove li salteremoCospargiamoli poi col pane tostato e serviamoli nei piatti guarnendo con qualche foglia di basilico. Ecco, quindi, come utilizzare il pane raffermo come condimento per la pasta veloce, sarà una vera delizia con la ricetta di Totò. D’altronde i personaggi famosi spesso possono ispirarci in cucina, ne sono esempio il filetto della regina Elisabetta e la quiche di Carlo III.

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