Sospeso fra mare e verdi colline, questo borgo dall’aria salutare e ricco di buon cibo è stato teatro di arte, storia e cultura

visciole

La pandemia, nonostante abbia portato preoccupazioni e stress, è stata anche una fonte di rinnovamento su molti fronti. Ha infatti rivoluzionato il mondo del lavoro con lo smart working e ha dato una grossa spinta alla digitalizzazione di moltissimi settori. Però le restrizioni hanno portato anche a un nuovo modo di fare turismo, soprattutto nella nostra Penisola. Infatti in questo periodo gli italiani si sono dovuti riscoprire campanilisti e hanno avuto modo di conoscere più a fondo il proprio patrimonio culturale nei luoghi più remoti, che spesso viene messo in ombra dalle grandi città d’arte italiane ed estere. Per seguire questa scia, oggi parliamo di un piccolo borgo che vale assolutamente la pena vedere. Infatti, è sospeso fra mare e verdi colline questo borgo che ha conquistato i cuori dei grandi uomini dei secoli scorsi.

Un percorso perfetto per gli amanti del vino e della buona cucina

Stiamo parlando di San Costanzo, piccolo centro marchigiano situato nella provincia di Pesaro e Urbino. Questo è principalmente noto ai più per le manifestazioni culinarie, come ad esempio la fiera del tartufo bianco e quella dedicata alle visciole e al cioccolato. Infatti, questo territorio offre veramente molte soddisfazioni ai buongustai, soprattutto quando si tratta di alcolici. Un delizioso prodotto DOP, il Rosso di San Costanzo, e il liquore di visciole sono assolutamente da provare. Però non ci si ferma solo qui: infatti questo Comune vanta anche una storia molto interessante.

Sospeso fra mare e verdi colline, questo borgo dall’aria salutare e ricco di buon cibo è stato teatro di arte, storia e cultura

San Costanzo è stato a lungo un insediamento di Piceni ed Etruschi fino al periodo della conquista dei Romani. Questo punto risultava strategico perché rappresentava il confine con la Gallia Cisalpina e spesso era popolato di soldati. Poi la città venne influenzata dal Cristianesimo quasi fino all’unificazione d’Italia, fatta eccezione per un breve intervallo di dominazione napoleonica. Per questo motivo è ricca di chiese da visitare e conserva ancora la reliquia del braccio dell’omonimo santo. Inoltre, è stata meta di villeggiatura per intellettuali e uomini illustri. Il teatro pubblico ha infatti presentato le opere di Vincenzo Monti e ha visto calcare le sue scene anche l’intellettuale Giulio Perticari. Se si desiderasse visitare qualcosa di relativamente vicino, consigliamo di andare ad ammirare i preziosi Bronzi di Pergola. Questi, ingiustamente, sono meno famosi di quelli di Riace, ma sono un unicum sul territorio italiano dato il loro caratteristico colore dorato.

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