Mai smettere di sognare perché potrebbe far bene al cervello e al corpo secondo la scienza

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A molti di noi sarà capitato di svegliarsi freschi e riposati dopo una notte di sonno serena e rilassata. E forse ancora di più se il sonno è stato accompagnato da dei bei sogni. Sembra un ragionamento tanto semplice e intuitivo ma da oggi ha anche un fondamento scientifico. Quindi mai smettere di sognare perché potrebbe far bene al cervello e al corpo secondo la scienza. La straordinaria scoperta è di un gruppo di studiosi giapponesi e apre interessanti sviluppi anche per la cura di patologie come l’Alzheimer. Ma vediamo di che si tratta e proviamo a capire cosa ci succede mentre sogniamo.

Mai smettere di sognare perché potrebbe far bene al cervello e al corpo secondo la scienza

Alcuni scienziati dell’Università nipponica di Tsukuba hanno indagato sui meccanismi della fase REM del sonno, ovvero quella in cui sogniamo. E hanno fatto una scoperta sensazionale. Ovvero che nelle 4-5 volte a notte in cui il cervello entra in questa fase aumenta notevolmente il flusso di sangue nei capillari cerebrali.

Un maggiore apporto di sangue che non solo porta ossigeno e sostanze nutritive al cervello. Ma lo libera anche dalle sostanze di scarto rendendo la mente più fresca ed elastica. Un processo che invece non si verifica nella fase non-Rem e in quella di veglia.

Una ricerca sperimentale ancora ai primi passi ma che potrebbe rivelarsi fondamentale non soltanto come indagine sulle attività cerebrali ma anche a livello medico.

I possibili sviluppi futuri della ricerca

Gli studiosi giapponesi hanno fatto un ulteriore passo avanti nel campo delle ipotesi mediche. Lo sviluppo di alcune forme di demenza e di malattie come l’Alzheimer è strettamente legato alla riduzione del flusso di sangue nei capillari cerebrali. Mancando l’azione di “pulizia”, gli scarti del metabolismo cellulare si accumulerebbero nel cervello. Con la conseguenza di aumentare il rischio di sviluppare malattie neuro-degenerative.

Il prossimo step della ricerca potrebbe essere proprio quello di indagare nello specifico il meccanismo di rimozione degli scarti nella fase REM.

Come prevenire Alzheimer, Parkinson e demenza

In attesa di ulteriori novità e di terapie mediche, al momento purtroppo molto scarse, abbiamo a disposizione due armi per contrastare queste patologie. Ovvero la prevenzione e l’adozione di abitudini di vita sane. Sul primo versante è importante riconoscere i sintomi in anticipo. Riduzione dell’udito, difficoltà di linguaggio e di memoria, disorientamento sono alcuni segnali da non sottovalutare.

Sul versante delle abitudini sane possiamo lavorare sulla dieta. Moltissimi alimenti presenti sulle nostre tavole contengono sostanze in grado di proteggere il cervello. Iniziamo a consumarli più spesso e potremmo riuscire a ridurre notevolmente i rischi.

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