Guerra del pane, l’Italia è a rischio? qual è la verità secondo l’esperto

grano

Sulla crisi alimentare e la carenza di grano c’è, a ragione, un gran parlare da diversi giorni. E il premier Mario Draghi si dice particolarmente preoccupato al punto da aver alzato la cornetta per chiamare l’inquilino del Cremlino. Ha chiesto lo sblocco delle tonnellate di grano ferme nei porti ucraini, prima che marciscano. Ma Putin pare aver messo subito sul pianto la contromossa e cioè il via alle navi previa revoca delle sanzioni. Quanto basta per non arrivare ad una soluzione.

I dubbi

Così sale la tensione in Africa in cui molti Paesi importano quasi il totale del fabbisogno. E ci poniamo una domanda: guerra del pane, l’Italia è a rischio? visto l’aumento dei prezzi e la corsa agli scaffali dei supermercati, il dubbio è legittimo. Per fugare il cattivo pensiero chiediamo ragguaglia ad Angelo Frascarelli, docente di Economia e Politica Agraria presso l’Università degli Studi di Perugia. Ci dice: «l’Italia non corre dei rischi perché siamo autosufficienti. Importiamo molti prodotti agricoli di base ed esportiamo prodotti ricavati dalla trasformazione per un valore di 52 miliardi. Un dato molto interessante». Sulla questione del grano duro, «abbiamo un approvvigionamento pari al 68% circa. Cioè – ci spiega – da domanda è 100 e la produzione 68. Ma non siamo deficitari perché produciamo pasta per un valore pari al 221% e ne consumiamo solo il 100%. Il resto viene esportato. Quindi eventualmente potrebbe mancarci la quota da esportare ma non corriamo il rischio di non trovare la pasta».

Il grano tenero

Diverso è per il grano tenero molto impiegato per la produzione di pane e dolci. «Qui – ci dice il Prof.- dobbiamo considerare che l’Europa è eccedentaria perché produce il 132% rispetto al fabbisogno, quindi abbiamo l’Unione con noi pronta a soccorrerci». In sostanza l’Italia, che pure ad intermittenza si riversa nei supermercati per prendere d’assalto pane e pasta a seconda dei titoli dei giornali, non pare essere a rischio. E alla domanda: guerra del pane, l’Italia è a rischio? la risposta, è «no». Non dovrebbero mancare né il pane né la pasta da qui ai prossimi mesi. Allora perchè aumentano i prezzi?

Guerra del pane, l’Italia è a rischio? qual è la verità secondo l’esperto

«Il problema è che Russia e Ucraina rappresentano il 28% del commercio mondiale (che è diverso dalla produzione)», precisa il docente. «Essendo venuta meno questa quantità sul mercato mondiale abbiamo problemi seri in Paesi come l’Egitto, l’Indonesia, il Nord Africa, il Bangladesh. È  chiaro che questi vengono a chiederlo all’Unione o agli USA e il prezzo aumenta per tutti – chiarisce Frascarelli – e anche per noi perché siamo nel mercato globale. Adesso questo aumento in Europa tutto sommato si può affrontare ma per 80milioni di egiziani, ad esempio, questo è drammatico». Quindi l’Italia non rischierà di non avere i derivati del grano anche se li pagheremo di più. Il vero problema è per i Paesi in via di sviluppo che non possono sostenere prezzi più alti e che hanno minori quantità di prodotto.

 

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