Cervello e memoria iniziano a tradire anche i meno anziani se saltano fuori queste 3 difficoltà

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Quando gli anni si accumulano e si avanza incontro alla vecchiaia la maggior parte di noi teme di sviluppare malattie mentali invalidanti. Non sono infatti tanto gli acciacchi, i dolori e i malesseri che colpiscono il corpo a spaventare quanto il declino cognitivo. La più grande paura resta quella di perdere il senno, di non ricordare gli eventi del passato prossimo e di scivolare nel buio della demenza. Ma d’altro canto bisogna ricordare che non è tanto la vecchiaia a far perdere colpi al cervello quanto 2 insospettabili carenze che chiunque potrebbe registrare. Similmente sarebbe in errore chi pensasse che i deficit delle facoltà mnemoniche e intellettive subentrino solo ad una certa età.

Purtroppo i processi degenerativi possono colpire le nostre risorse cognitive con  molto anticipo e non coincidere con la stagione dell’anzianità. Si guarda con tenerezza all’anziano che dimentica il bastone sulla panchina, parla e si muove lentamente. Ma in alcuni casi cervello e memoria iniziano a tradire anche i meno anziani se saltano fuori queste 3 difficoltà che prima non erano presenti. Così come anche soltanto questi 5 sintomi a 45 anni indicano che il cervello sta andando incontro alla demenza e che conviene consultare uno specialista. La prima difficoltà che compare più di frequente riguarda proprio la lentezza con cui si elaborano le informazioni. E in particolare ci si riferisce al venir meno della rapidità con cui la mente impara o immagazzina nuovi stimoli e concetti.

Cervello e memoria iniziano a tradire anche i meno anziani se saltano fuori queste 3 difficoltà

In secondo luogo un chiaro sintomo di indebolimento cognitivo è riconoscibile nella scarsa capacità di fare attenzione a più input contemporaneamente. Si fa pertanto molta fatica a seguire più persone che parlano o a svolgere più compiti nello stesso momento. Non a caso si è dinanzi ad un cervello in tilt e rischio di ictus se si perde quest’abilità prima dei 60 anni. E si tratta di segnali che molti tendono ad ignorare per paura di scoprire forme incipienti di Alzheimer o di altre malattie neurodegenerative.

L’altra difficoltà che potrebbe comparire con anticipo rispetto alla terza età coinvolge le abilità mnestiche e si manifesta attraverso vuoti di memoria. Uno studio ha riscontrato che i segnali più evidenti dell’invecchiamento mentale sono da ricercarsi anche nella perdita della memoria episodica. Essa riguarda la capacità di ricordare quel che è avvenuto il giorno precedente o il colore dell’automobile con cui si andava in vacanza. E purtroppo le ricerche rivelano che già nei soggetti di mezz’età si possono riscontrare difficoltà nel richiamare alla mente episodi del passato.

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