Sulla bolletta di luce e gas facciamo sempre attenzione a queste 3 informazioni cruciali per pagare di meno

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Il caro consumi preoccupa molte persone. Le tariffe di energia e riscaldamento hanno assistito recentemente ad un incremento sostanziale dei valori indicati. Così è legittimo, forse anche doveroso, razionalizzare il consumo e provare ad immaginare delle alternative valide per abbassare le spese. Alcuni sistemi si stanno rivelando particolarmente lungimiranti, oltre che rispettosi dell’ambiente.

In particolare, si sta sempre di più diffondendo il concetto di comunità energetica di consumo. Addirittura, il nostro ordinamento ha previsto incentivi e detrazioni che possono arrivare fino a 20 anni di durata. Ottime poi le notizie riguardanti la possibilità di frazionare gli importi. Questo non solo tramite il meccanismo pensato dall’ARERA, ma anche tramite le previsioni di grandi distributori. In questo modo si possono suddividere gli importi per una durata anche fino a 10 mesi. Inoltre, possiamo anche incrementare l’attenzione che poniamo alle informazioni che ci vengono mostrate in bolletta. Queste indicano dei valori che potrebbero non corrispondere ai contratti che abbiamo scelto, oppure essere ragione per evitare il pagamento.

Sulla bolletta di luce e gas facciamo sempre attenzione a queste 3 informazioni cruciali per pagare di meno

In primo luogo, all’interno della nostra bolletta e spesso in seconda pagina, possiamo verificare la tipologia di consumo accreditato. Potrebbe trattarsi in molti casi di consumi che sono stimati, non effettivi. L’importo che siamo tenuti a pagare, in caso di concreto scarso utilizzo, potrebbe dunque essere di molto superiore a quanto immaginavamo. La differenza tra gli importi reali e supposti ci sarebbe riaccreditata solo in futuro e tendenzialmente in forma compensativa.

Sembra banale dirlo, ma talvolta, sulla bolletta di luce e gas, potrebbe esserci applicato un profilo contrattuale diverso da quello che ci appartiene. Pensiamo, ad esempio, alla tariffa relativa ad un utente cosiddetto “residente”. Questi, ad esempio, non è tenuto a pagare nulla per i primi 150 chilowatt orari al mese, a patto che il contatore abbia una potenza massima di 3 chilowatt. Invece, i non residenti sono tenuti a pagare oneri fissi che possono corrispondere a varie decine di euro annuali e che sono suddivise negli importi delle varie bollette.

Ricordiamo infine un aspetto giuridico. Dopo 2 anni il credito vantato dall’azienda distributrice risulta non esigibile. Se vedessimo dunque accreditato un importo facente riferimento ad un periodo precedente a 2 anni fa, possiamo fare reclamo. Dopo questo termine si prescrive il diritto alla corresponsione dell’importo, e non saremo tenuti a versarlo.

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