Sfatato un grande mito e luogo comune sul vino rosso

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Sui vini corrono un sacco di dicerie e leggende. Il bianco taglia le gambe, il rosso è solo per gli uomini. Per non parlare del traminer “da donna” o del rosso dello zio di paese.

Capire perché questo accada è semplice. In Italia e in tutta l’Europa Meridionale, i vini sono sia comunissimi sia radicati nella nostra cultura. Non sembra esistere famiglia italiana che non abbia almeno un componente che non beva vino.

Quindi, tutte le dicerie si creano, mescolano, diffondono e arrivano a noi. Una delle dicerie più diffuse è il classico abbinamento del vino rosso con la carne e del vino bianco con il pesce. Questa somma divisione è paragonabile al lancio di un razzo per uccidere una mosca. Forse sì, centriamo bene l’obiettivo, ma distruggiamo inutilmente tutto ciò che sta attorno. Vediamo perché. Ecco sfatato un grande mito e luogo comune sul vino rosso.

Pinot nero e branzino, ottimo abbinamento

Il mito da sfatare è chiaro: il vino rosso, se sta bene con la carne, non sta bene con il pesce. Già dovremmo andare a vedere quale tipo di vino con quale tipo di carne, dato che anche quella costante è sbagliata.

Un piatto molto salato distrugge i tannini del vino e la sua acidità. Un piatto poco salato, sempre di carne, corre il rischio di vedersi completamente sparire da un rosso ben corposo.

Veniamo a noi: il Pinot nero con il branzino, spigola e orata ci sta benissimo. Sembra incredibile, ma il Pinot nero è un vino ad alta acidità ma bassi tannini. Questi bassi tannini fanno sì che il sapore del pesce non venga colpito, anzi. I suoi aromi fruttati possono contrastare bene il limone che abbiamo messo nella cottura della nostra spigola. Ecco sfatato un grande mito e luogo comune sul vino rosso.

Se al Lettore è risultato interessante questo articolo, si consiglia di leggere questo per un abbinamento tra risotto e vino.

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