Questo salume magro è ideale per diete ipocaloriche e contro il colesterolo alto

salumi

Ogni nutrizionista che si rispetti vieta di mangiare salumi e insaccati a chi soffre di colesterolo alto e ipertensione. Questa è una regola generale da tenere sempre presente, visto che gli affettati sono generalmente una ricca fonte di grassi e di sodio. Ma se gli affettati sono la nostra passione culinaria è possibile trovarne alcuni che vanno d’accordo con le diete più stringenti. Tra questi c’è il culatello. Sebbene il prosciutto crudo abbia la fama di essere un salume estremamente salato e spesso grasso, il culatello ha qualcosa di diverso. Questo salume magro è ideale per diete ipocaloriche e contro il colesterolo alto ma non riesce a sottrarsi al piacere degli affettati. Vediamo insieme perché.

Questo salume magro è ideale per diete ipocaloriche e contro il colesterolo alto

Anche se molto simili nell’aspetto, a differenza del comune prosciutto crudo il culatello è un insaccato. Infatti la sua carne viene conservata all’interno della vescica del maiale (cosa che non avviene per il prosciutto). Molti credono che gli insaccati abbiano valori nutrizionali peggiori dei non insaccati, ma il culatello smentisce questa teoria. Questo salume magro, proprio come la bresaola, ha una concentrazione di grassi saturi ben inferiore a quella che troviamo negli altri affettati. Allo stesso modo, l’apporto calorico è inferiore a quello del normale prosciutto crudo (190 calorie contro 235 per 100 grammi). Per questo il culatello è lo sgarro ideale per chi segue diete a basso apporto calorico e contro il colesterolo cattivo. Tuttavia, non bisogna esagerare.

Quanto culatello possiamo mangiare

Quanto detto sinora non significa che possiamo abbuffarci di culatello come non ci fosse un domani. Si tratta comunque di un salume e in quanto tale va consumato con moderazione, specialmente in particolari condizioni di salute. Sebbene sia magro e abbia un ridotto contenuto di grassi, il culatello è ricco di sodio cosa che lo rende sconsigliato a chi soffre di pressione alta. Un consumo sano si attesta intorno ai 150 grammi a settimana, non di più.

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