Per difendere il cervello da virus e infezioni la scienza rivela cosa fare

intestino

Un recente studio scientifico dell’Università di Cambridge ha messo in evidenza dati interessanti sulla formazione degli anticorpi nell’organismo. I ricercatori hanno individuato anticorpi IgA, generalmente presenti nell’intestino, all’interno delle meningi encefaliche. Questo dato potrebbe aprire a nuovi orizzonti di studio sull’asse intestino-cervello nei riguardi del quale la comunità scientifica mostra un crescente interesse. Per difendere il cervello da virus e infezioni la scienza rivela cosa fare e di seguito illustriamo i principali dati dello studio.

Le caratteristiche del collegamento

Che l’intestino fosse il nostro secondo cervello, ormai è appurato da diverso tempo. Tuttavia, le potenzialità che offre questa connessione non sono ancora del tutto note. Abbiamo fornito un chiaro esempio nell’articolo “Pochi sanno che per mantenere il cervello in salute è importante curare quest’organo”.

I ricercatori dell’Istituto di Medicina di Cambridge hanno studiato in maniera approfondita le funzione delle meningi encefaliche nei topi e poi nell’uomo. Questa barriera ha la funzione di proteggere il cervello e il midollo spinale dagli agenti potenzialmente patogeni. Tale protezione avviene ad opera delle plasmacellule, ossia degli anticorpi specifici che immunizzano le meningi. È proprio dallo studio sulle plasmacellule che i ricercatori hanno rilevato alcune cellule presenti anche all’interno dell’intestino.

Per difendere il cervello da virus e infezioni la scienza rivela cosa fare

Grazie a studi in vitro, i ricercatori hanno individuato nella plasmacellule la Immunoglobuline A (IgA). Questi speciali anticorpi sono solitamente presenti nell’intestino, nei polmoni e nel naso a protezione delle mucose. Questa corrispondenza rivela che anche l’intestino gioca un ruolo fondamentale nella protezione dell’organismo anche a livello cerebrale. In sostanza è come se queste cellule, che prendono origine nell’intestino, si stabilissero successivamente anche nelle meningi.

Questo, a detta dei ricercatori, creerebbe una sorta di allenamento a riconoscere gli agenti patogeni che dall’intestino possono diffondersi nell’organismo attraverso i vasi sanguigni. In tal senso, dunque, assume sempre maggiore importanza il ruolo del microbiota intestinale per la salute dell’organismo e per l’organizzazione della difesa. Lo studio sicuramente apre a campi di indagine estremamente interessanti e volti a migliorare la risposta immunitaria dell’organismo contro meningiti o encefaliti.

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