Non sempre mangiare frutta a pranzo o cena è la scelta più salutare soprattutto in questi casi

frutta

Moltissimi di noi hanno l’abitudine di concludere i pasti principali con un frutto di stagione. Ma ci si chiede spesso se sia preferibile consumare la frutta in altri momenti della giornata per non appesantire il processo di digestione. Alcuni nutrizionisti suggeriscono di gustare la frutta durante gli spuntini di metà mattina e del pomeriggio insieme a frutta secca come mandorle o noci. In tal modo si evita di arrivare fin troppo affamati a tavola e di divorare in fretta quantità di cibo più consistenti. Non a caso conviene pranzare e cenare a quest’ora quando ormoni tiroidei e metabolismo sono al massimo. E similmente  è opportuno distribuire e bilanciare con cura la percentuale di carboidrati, proteine e grassi ad ogni pasto senza sovraccaricare la cena.

Benché sia una consuetudine diffusa non sempre mangiare frutta a pranzo o cena è la scelta più salutare soprattutto in questi casi. Alcuni di noi in particolare devono necessariamente riservare una maggiore attenzione per decidere quale, quanta e in quale momento concedersi il consumo della frutta.

Ciò vale anzitutto per i soggetto che devono tenere sotto controllo colesterolo e glicemia e che non possono fare scorpacciate di frutta per non ingerire troppi zuccheri. Inoltre fra i diversi tipi di frutta vi sono quelli che andrebbero privilegiati perché hanno un impatto glicemico meno forte. Infatti è questa la frutta ideale con pochi zuccheri per chi ha la il colesterolo cattivo e i trigliceridi alti o valori della glicemia oltre 120mg/dl. Tuttavia se già a pranzo si assumono molti carboidrati conviene mangiare frutta nel pomeriggio proprio per evitare picchi glicemici postprandiali.

Non sempre mangiare frutta a pranzo o cena è la scelta più salutare soprattutto in questi casi

Allo stesso modo sarebbe opportuno per chi ha problemi intestinali limitare o meglio ancora evitare del tutto gli agrumi a fine pasto. Mangiare arance, mandarini o pompelmi dopo pranzo potrebbe infatti acuire fenomeni di gastrite o reflusso gastro-esofageo. Altri soggetti invece potrebbero avvertire difficoltà intestinali consumando frutti come mango, albicocche, fichi, cache e altri che fermentano maggiormente.

Si verificano spesso in tali casi alterazioni della motilità intestinali, produzione di gas, un eccesso di fermentazione a livello del colon e gonfiore addominale. A tal proposito ecco quale frutta può mangiare chi  soffre di reflusso gastroesofageo e di colon irritabile e quali cibi evitare. E in particolare potrebbe rivelarsi doppiamente benefico scegliere di invertire l’ordine consueto e di consumarla prima dei pasti. Un studio ha difatti confermato che soprattutto durante i buffet tende a mangiare quantità più contenute di cibo chi inizia dalla frutta.

In sostanza assumevano meno calorie i soggetti della ricerca che dapprima mangiavano frutta per poi passare alle pietanze salate. Oltre a non eccedere nella quantità di cibo, si è notato che chi ha consumato subito alcuni frutti ha poi scelto i piatti più salutari. Per cui soprattutto in occasione di buffet quando è alto il rischio di strafare è preferibile raggiungere la sazietà iniziando dalla frutta.

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