Meglio camminare lungo salite e discese o su percorsi pianeggianti dopo la mezza età?

camminata

L’attività fisica più praticata attualmente fra gli ultracinquantenni è sicuramente la camminata. Per molti altri tipi di sport è infatti necessario avere a disposizione più tempo e spesso bisogna spendere molto denaro. Si pensi  all’iscrizione in palestra, in piscina, ad un corso yoga, di tennis, di pilates o di arti marziali. Al contrario chi sceglie di dedicarsi alla pratica della camminata non deve investire somme di denaro elevate e si limita spesso all’acquisto di calzature adatte. Ecco secondo gli esperti le scarpe più comode da comprare con pochi soldi per camminare ogni giorno 1 ora e combattere il mal di schiena.

Del resto la scarpa è l’unico vero attrezzo specifico che camminata e corsa richiedono. Ma non tutti possono correre a causa di disfunzioni alla colonna vertebrale o della presenza di protusioni ed ernie oppure di lesioni al ginocchio. Diversamente dalla corsa che prevede una fase di volo prima dell’atterraggio al suolo, la camminata risulta meno impattante su articolazioni e schiena.

Ma anche quando si sceglie di camminare ci sono diversi interrogativi che si affacciano alla mente e che meritano risposta. Ad esempio ci si chiede se sia preferibile camminare 3 quarti d’ora ogni giorno o più di 60 minuti 4 volte a settimana. Oppure se sia meglio camminare lungo salite e discese o percorsi pianeggianti dopo la mezza età. E soprattutto quanto tempo investire per ottenere risultati importanti in termini di dimagrimento. Chi desidera liberarsi del grasso addominale e avere un girovita più snello dovrebbe aumentare il carico di lavoro? La nostra Redazione ha già ricordato che è inutile camminare o correre per molti chilometri perché così si bruciano più grassi senza esaurire preziose energie.

Meglio camminare lungo salite e discese o su percorsi pianeggianti dopo la mezza età?

A volte anche chi è ormai abituato a camminare 5/6 volte a settimana e a percorrere lunghe distanze evita le strade in salita. Sicuramente camminare in salita e affrontare la conseguente discesa comporta maggiore fatica e si suda maggiormente. Molti preferiscono allungare il percorso piuttosto che impegnarsi e arrampicarsi su disivelli. Ma affrontare le salite allena i quadricipiti e consente un dispendio calorico superiore di circa 3/5 caloria la minuto. Inoltre recenti studi hanno monitorato gli effetti della camminata su percorsi in cui si alternano discese e salite su alcuni soggetti con glicemia alta.

Dai risultati della ricerca è emerso che chi cammina in salita aiuta il proprio organismo a metabolizzare sia il grasso che gli zuccheri nel sangue. Dopo una camminata in salita si sono registrati miglioramenti relativi a trigliceridi, tolleranza al glucosio e colesterolo totale. Al contrario non sono emersi adattamenti metabolici significativi a seguito della camminata in discesa. Ciò nonostante i ricercatori sottolineano che al di là delle preferenze dei singoli individui resta fondamentale camminare. In altri termini entrambi i tipi di camminata hanno effetti positivi sul dispendio energetico e favoriscono la prevenzione dei disturbi del metabolismo.

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