La Russia invade l’Ucraina ma la guerra e il panico sembrano piacere ai mercati. Ecco gli obiettivi degli indici azionari e cosa fare da ora in poi

Russia

Alla fine dopo continui alti e bassi e trattative diplomatiche la Russia invade l’Ucraina ma la guerra e il panico sembrano piacere ai mercati. Procediamo per gradi.

Nell’ultimo trentennio più volte abbiamo assistito a delle guerre  anche se queste sono state una costante della storia dell’umanità come riportato da questo elenco.

Per regolarci e per capire l’impatto che esse hanno sui listini azionari, siamo andati a studiare come hanno reagito i mercati azionari ai conflitti e tensioni degli ultimi trent’anni.

I conflitti che abbiamo preso in considerazione sono i seguenti:

  • guerra del Golfo: dal 2/8/1990 al 28/2/1991;
  • guerra di Bosnia: dal 1/3/1992 al 14/12/1995;
  • guerra in Afghanistan: dal 7/10/2001 al 30/8/2021;
  • guerra del Golfo: dal 20/3/2003 al 18/12/2011.

Nel grafico seguente abbiamo indicato con una freccia rossa le date di inizio di una guerra e la massima perdita dell’indice azionario Dow Jones rispetto alla data di inizio di ciascuna.

Cosa notiamo?

Tranne per la Ia Guerra del Golfo dove si è verificato un immediato e forte calo di circa il 20%, negli altri casi i mercati hanno “quasi snobbato l’evento rimanendo quasi impassibili”. Anzi, non appena la guerra è iniziata  le quotazioni sono partite al rialzo.

Le guerre degli ultimi 30 anni

 

Lo stesso è accaduto di recente con le scaramucce continue fra Trump e la Corea del Nord durante i test missilistici nel corso dell’anno 2017.

Nel grafico seguente la linea indica il giorno precedente a quello in cui è stato effettuato il test missilistico. L’impatto è stato davvero brevissimo ma poi i prezzi si sono riportati subito al rialzo.

Casi storici guerre

Quindi, come già scritto nei paragrafi precedenti, la Russia invade l’Ucraina ma la guerra e il panico sembrano piacere ai mercati.

Andiamo a studiare una strategia e come regolarci da ora in poi.

Intorno al nostro set up del 25 gennaio si è formato il massimo annuale (per il momento) proprio in un momento dove le nostre previsioni indicavano possibile l’inizio di una discesa almeno fino al mese di giugno.

La nostra previsione per l’anno 2022

In rosso la nostra previsione annuale sull’indice azionario mondiale su scala settimanale per il 2022.

In blu il grafico dei mercati americani alla chiusura del 18 febbraio.
Frattale annuale

Questo ribasso non è un incidente di percorso ma rientra in quello che potrebbe accadere nei primi due anni di un nuovo decennio.

Infatti, come scritto su queste pagine da inizio anno 2021 le nostre previsioni sono le seguenti:Previsioni decennaliribasso atteso nei primi 2 anni, con estensione fino al giugno/ottobre del 2022 e nell’ipotesi peggiore fino al marzo del 2023.

Questa fase potrebbe/dovrebbe rappresentare il minimo del decennio.

Le nostre previsioni dal 2021 al 2030

frattale decennale

La Russia invade l’Ucraina ma la guerra e il panico sembrano piacere ai mercati. Ecco gli obiettivi degli indici azionari e cosa fare da ora in poi

Riportiamo gli obiettivi indicati nei giorni  scorsi in base ai nostri calcoli di probabilità:

Dax Future

Ultimo prezzo 14.084

Condizione: chiusura del mese di febbraio inferiore a 14.829.

Obiettivo primo: 14.000

Obiettivo secondo: 12.746

Obiettivo terzo: 10.558.

Eurostoxx Future

Ultimo prezzo 3.831

Condizione: chiusura del mese di febbraio inferiore a 3.990,5.

Obiettivo primo: 3.760

Obiettivo secondo: 3.400

Obiettivo terzo: 2.700.

Ftse Mib Future

Ultimo prezzo 25.770 alla chiusura del 23 febbraio

Condizione: chiusura del mese di febbraio inferiore a 25.630.

Obiettivo primo: 23.700

Obiettivo secondo: 21.100

Obiettivo terzo: 16.400

S&P 500 Index

Ultimo prezzo 4.225,50 alla chiusura del 23 febbraio

Condizione: chiusura del mese di febbraio inferiore a 4.222,62.

Obiettivo primo: 4.340

Obiettivo secondo: 4.050

Obiettivo terzo: 3.600

Nelle serie storiche dal 1898 ad oggi nell’80% dei casi  il bottom si è formato fra obiettivo primo e secondo. Nel 10% invece, verso obiettivo 3, Invece solo del 10% ha sforato anche del 20% l’obiettivo 3.

Quando tempo impiega un mercato a tornare sui massimi ante crisi?

Al massimo 36/60 mesi, come viene spiegato nelle nostra  strategia di lungo temine.

Cosa fare quindi?

I ribassi sono opportunità e quindi si deve continuare a comprare poco alla volta, anzi in questi momenti di sell off gli acquisti si potrebbero incrementare.

In pochi mesi, ovvero da giugno in poi, come da nostro frattale annuale, il toro dovrebbe uscire dal recinto.

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