5 posti segreti che pochi conoscono da vedere assolutamente in una gita a Roma nel mese di settembre

Roma

Roma è una città straordinaria, in tutte le stagioni. Dal Colosseo, a San Pietro, ai Musei Vaticani, Fontana di Trevi, i grandi monumenti l’hanno resa celebre e la rendono oggi una delle città più belle del Mondo. Senza nulla togliere ai luoghi turistici più conosciuti, è però piena di scorci nascosti.

Non sono di certo i più gettonati, ma risultano comunque affascinanti e straordinari e meritano un’esplorazione, soprattutto se non siamo dei novellini nella capitale.

Può capitare infatti che tra le gite della scuola e qualche altro weekend, abbiamo visitato più volte gli spazi più conosciuti che sono protagonisti di foto e calamite. Inoltre, un clima più mite come quello dei mesi di settembre e ottobre, rispetto al caldo afoso dell’estate, aiuta a godersela maggiormente.

Ecco quindi 5 posti segreti che pochi conoscono da vedere assolutamente in una gita a Roma nel mese di settembre.

Il buco della serratura del Priorato di Malta. In Piazza dei Cavalieri di Malta, sul Colle Aventino, c’è un portone molto particolare. Dal buco della serratura si può vedere il cupolone di San Pietro circondato dalle siepi. Il gioco prospettico è così ben riuscito che la cupola sembra vicinissima, quando invece tra Aventino e Vaticano corre qualche km. A qualche passo dal portone troviamo anche il bellissimo Giardino degli Aranci, la cui vista sul centro di Roma e sul Tevere è veramente impagabile. Il tramonto su San Pietro circondato dai pini marittimi è degno di un fotogramma di Sorrentino.

L’Aventino da scoprire, tra il Roseto comunale e il Giardino degli Aranci

Roseto comunale. Tra Aventino e le pendici del Palatino nei pressi del Circo Massimo troviamo un altro luogo straordinario. Ospita ben 1.100 tipologie di rose diverse che provengono da ogni parte del Mondo, tra rose botaniche antiche e moderne e le rose che nel 1933 vinsero il Premio Roma. Il percorso tra vialetti e aiuole ci porta in un’altra dimensione, facendoci vivere un’esperienza da giardino incantato.

Cimitero Monumentale del Verano. Situato nel quartiere Tiburtino è una delle maggiori testimonianze ebraiche della capitale. L’ingresso su Via Tiburtina corrisponde al vialetto che porta al tempietto funerario. Sono degni di nota gli apparati funerari che vi si trovano all’interno in grado di farci vivere un momento di riflessione intimo e commemorativo. Riflettendo la natura fortemente ebraica, è stato riempito nel corso del tempo di apparati allegorici e figurativi. Merita sicuramente una tappa all’interno del nostro tour.

“Mosè” di Michelangelo. La Cappella Sistina è forse l’opera di Michelangelo che conosciamo di più a Roma. Ma c’è un altro capolavoro del maestro in città. Si tratta del suo “Mosè”, all’interno della chiesa di San Pietro in Vincoli. Il quartiere è Monti, a qualche passo dal Colosseo. La creazione risale al 1513-1515 circa, con un ritocco nel 1542 e fa parte del complesso statuario che Michelangelo aveva concepito come Tomba di Papa Giulio II. Il colossale Mosè con un braccio tiene le tavole della legge mentre con l’altra mano si arriccia la barba. La sensazione che si prova trovandosi di fronte a questo insieme di statue è quella di impotenza. Il bellissimo e candido personaggio biblico è un esempio della straordinaria maestria di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi.

5 posti segreti che pochi conoscono da vedere assolutamente in una gita a Roma nel mese di settembre

Raffaello a Villa Farnesina. Forse non tutti sanno che attraversando il Tevere, e costeggiando Via della Lungara, si trova uno dei posti più belli di Roma e dei meno gettonati. Oggi sede dell’Accademia dei Lincei questo edificio è una delle testimonianze più vive del Rinascimento. La struttura è opera dell’architetto cinquecentesco Baldassare Peruzzi, mentre l’interno ospita gli affreschi di Raffaello Sanzio. La loggia di Galatea prende il nome proprio dall’affresco raffaellesco della Ninfa Galatea. La loggia di Amore e Psiche è invece un tripudio di arte, bellezza e amore con gli episodi ispirati all’”Asino d’oro” di Apuleio. La suntuosità e la spettacolarità dei soffitti e delle pareti sono merito anche degli scolari di Raffaello, tra cui Giulio Romano e Giovan Francesco Penni.

Se abbiamo modo e tempo, il tour può concludersi con la Galleria Prospettica di Borromini nel cortile di Palazzo Spada che sembra lunga 38 metri quando ne misura solo 9. Poi la Casina delle Civette a Villa Torlonia e quartiere Coppedè tra la Salaria e la Nomentana.

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