Un secondo terremoto per il Sud, perché la guerra può essere un’occasione storica per l’antica zavorra d’Italia

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Ogni Governo che si è succeduto negli anni ha posto in agenda il rilancio del Meridione. Pacchetti ad hoc, finanziamenti, agevolazioni. Di tutto e di più per cercare di portare i livelli di occupazione e di reddito pro capite quantomeno vicini a quelli dei connazionali settentrionali. Tuttavia, le varie iniezioni d’impulso non hanno generato lo sviluppo sperato. Certamente non nella misura auspicata e attesa.

In verità, il Meridione non ha conosciuto più un certo impulso dal terribile terremoto dell’Ottanta. Quando il cuore del Mezzogiorno fu scosso da un vero disastro naturale che provocò numerose vittime unitamente ad abitazioni devastate. Arrivarono molti fondi dietro quel «fate presto» che è entrato nella storia. Sull’uso adeguato dei finanziamenti ci sono ancora dei chiaro-scuro. Fatto sta che dopo il disastro, sorsero infrastrutture e interi paesi furono ricostruiti. Alcune grandi aziende decisero di aprire realtà in zona. E, tutto sommato oggi, siamo fermi al 1980. Il resto è arrivato ma non ha creato produzione e sviluppo. E i motivi possibili meriterebbero un’ampia trattazione.

Verso Sud

Questa volta il Governo Draghi, supportato dal Ministro per il Sud Mara Carfagna, potrebbe aver ragione. Nell’ambito del forum «Verso Sud» di ieri a Sorrento è emerso quello che potrebbe essere un secondo terremoto per il Sud. I motivi sono presto detti. La crisi generata dal conflitto tra Russia e Ucraina ha imposto un nuovo ordine mondiale. L’attenzione commerciale e gli scambi guardano ad Oriente. E geograficamente il Meridione diventa centrale nella nuova partita.

Un secondo terremoto per il Sud, perché la guerra può essere un’occasione storica per l’antica zavorra d’Italia

Per una volta la geografia soccorre il Meridione agonizzante. E ha detto bene Mario Draghi ieri citando don Luigi Sturzo e la frase: «ponte gettato dalla natura tra Europa, Africa e Asia». Il riferimento ovviamente è al Mezzogiorno. Realtà che diventa strategica per il transito «da» e «per» l’Oriente oltre che per la concentrazione di rinnovabili. Destinata verosimilmente ad aumentare che se ne dica in quel dei «no eolico», «no TRIV» e «no» a tutto.

I presenti

Per avere un’idea della concretezza della faccenda riportiamo alcuni tra i presenti. Al forum di Sorrento c’era il Governatore della Banca Centrale della Tunisia, la principessa del Kuwait e il Presidente del Council of Arab Businesswoman. Ancora il CEO della libica Petrogas e il Presidente dell’algerina Sonelgas nonché il CEO di Leonardo, Alessandro Profumo. Molto sta cambiando e l’Italia dal punto di vista commerciale è costretta a guardare a Sud.

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