La transizione ecologica e quell’intoppo che non ti aspetti, non è solo questione di autorizzazioni

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C’è un gran parlare di transizione ecologica e nel medio lungo periodo dovrebbe garantirci l’autonomia energetica e ci permetterebbe di sganciarci dal fossile. C’è un “però”. In realtà ce ne sono molti, ma uno non l’avevamo considerato, almeno non ci risulta sia noto ai più. Non si tratta solo di questioni burocratiche, procedure da snellire e autorizzazioni cui imprimere l’acceleratore. Il nodo potrebbe essere rappresentato dalle cosiddette Terre Rare.

Cosa sono e a cosa servono

Iniziamo col dire che senza non se ne fa nulla. Tecnicamente vengono identificate con l’acronimo di REE (Rare Erath Metals) e comprendono 17 elementi che fanno parte dei metalli. Sono definite «Rare» perché sarebbero difficili da identificare e la procedura di estrazione e lavorazione pare essere molto complessa. La loro utilità è legata alla peculiare malleabilità, duttilità e versatilità. Sono fondamentali per la realizzazione di auto elettriche, per la realizzazione di turbine eoliche e per molti dispositivi elettronici di ultima generazione. Sono preziosissime, manco a dirlo, per la produzione di energie rinnovabili ma anche per tecnologie avanzate nell’ambito medico, della difesa e dell’aerospazio.

La transizione ecologica e quell’intoppo che non ti aspetti, non è solo questione di autorizzazioni

Chi ce l’ha davvero ha l’oro in casa. Questo perché per la transizione ecologica si stima un aumento vertiginoso della richiesta a livello mondiale. Da quello che apprendiamo da riviste di settore, la Cina è leader del succulento mercato. Pare infatti ne detenga di fatto il monopolio. Ce ne sono in abbondanza anche negli Stati Uniti, in Vietnam, Brasile, Australia e Russia. Adesso per il caso Italia, togliamo la Russia che verosimilmente non ci verrà in aiuto né tantomeno andremo a chiederlo. Dobbiamo vedere come ripartirà il bottino la Cina perché solo con il supporto degli States potremmo non farcela.

Il nodo

A parte la rarità e complessità della procedura di estrazione e riconoscimento c’è un altro nodo che cozza con la transizione ecologica e rappresenta un paradosso. Pare che riuscire a estrapolare Terre Rare utili all’uso abbia un impatto ambientale notevole. Questo perché il processo estrattivo avverrebbe a temperature molto alte e i metodi impiegati sarebbero molto aggressivi. Il rischio è che le popolazioni locali possono uscirne danneggiate nell’ambiente in cui vivono per presunti danni di natura ambientale dovuti all’estrazione. Ci verrebbe da dire che il fine giustifica i mezzi. Però, potrebbe essere una faciloneria che in pochi ci perdonerebbero. Certamente è un paradosso impigliato nelle pale eoliche. Ancor più adesso che a livello geopolitico, visto il contesto, le Terre Rare possono diventare strumento di ricatto da parte di alcuni.

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