Scade il 31 ottobre la domanda per il Bonus INPS senza ISEE per queste partite IVA

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Abbiamo più volte accennato all’esistenza di vari Bonus senza ISEE previsti a beneficio di famiglie e/o lavoratori. Ad esempio tra i primi c’è il Bonus terme fino a 200 euro, da richiedere con tutte le avvertenze che abbiamo già illustrato.

Tra i secondi, invece, ecco il Bonus ISCRO, l’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa. Si tratta di una sorta di cassa integrazione per i lavoratori autonomi, dotati di partita IVA, prevista dalla Legge di Bilancio 2021 (178/2020). Vediamo di capirne di più sul tema, giacché scade il 31 ottobre la domanda per il Bonus INPS senza ISEE per queste partite IVA.

In verità, gli elementi chiave da sapere in merito all’ISCRO sono molteplici. Dai requisiti al calcolo dell’importo dell’indennità mensile, dalla presentazione della domanda alla decadenza e all’incompatibilità.

In questa sede cercheremo di capire anzitutto chi, e con quali requisiti, può inoltrare la relativa istanza.

In merito all’ISCRO e all’ammontare dell’indennità mensile

Questa misura di sostegno è rivolta agli iscritti alla Gestione Separata dell’INPS che esercitano, quale loro professione abituale, l’attività di lavoro autonomo.

Essa prevede l’erogazione di una indennità mensile compresa  tra un minimo di 250 e un massimo di 800 euro. L’importo preciso varia in funzione di diversi parametri posseduti dal richiedente. In sintesi, esso è pari al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito da lavoro certificato dall’agenzia delle Entrate.

Infine va detto che l’indennità è stata introdotta in via sperimentale per gli anni 2021, 2022 e 2023. Il sussidio è concesso solo per 6 mesi e la domanda va inoltrata all’INPS entro il 31 ottobre di ciascuno dei 3 anni interessati.

Scade il 31 ottobre la domanda per il Bonus INPS senza ISEE per queste partite IVA

Facciamo a questo punto chiarezza su un aspetto importante: chi può accedere al Bonus ISCRO? Al riguardo la legge prevede che possono richiederlo i lavoratori che:

  • svolgono attività di lavoro autonomo e siano titolari di partita IVA da almeno 4 anni alla data di presentazione della domanda;
  • siano in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
  • abbiano dichiarato, nell’anno precedente a quello dell’inoltro della domanda, un reddito non superiore a 8.145 euro;
  • abbiano prodotto, nell’anno precedente a quello di richiesta del Bonus, un reddito di lavoro autonomo inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo ottenuti nei 3 anni precedenti;
  • non siano pensionati né beneficiari di reddito di cittadinanza;

Infine ricordiamo che non possono richiederlo altre due precise categorie di lavoratori. Anzitutto gli iscritti agli ordini professionali, poi gli assicurati presso altre forme di previdenza obbligatoria.

Approfondimento

Alle partita IVA in regime forfettario la riforma fiscale potrebbe portare presto l’aumento delle tasse.

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