Quando il Bonus luce e gas lo paga il datore di lavoro

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In Italia, e non solo, attualmente le tariffe di luce e gas sono schizzate alle stelle. Ma nello stesso tempo è anche vero che ci sono dei Bonus che permettono di abbassare le bollette che, altrimenti, sarebbero ancora più salate.

Tra questi Bonus spiccano quelli social rafforzati. Ovverosia il Bonus elettrico ed il Bonus gas che attualmente sono accessibili, da parte delle famiglie, nel rispetto di un limite ISEE che è pari a 12.000 euro. Un limite che per tutto il 2022 è stato innalzato dal Governo Draghi. Altrimenti il limite ISEE per l’accesso ai Bonus luce e gas sarebbe stato pari a 8.265 euro. Quindi, la platea dei beneficiari è stata ampliata.

In più, ci sono altre misure che possono permettere, entro certi limiti, il rimborso sulle bollette della luce e del gas. E questo grazie, in particolare, ai benefit che può concedere il datore di lavoro. Vediamo allora in che modo e quando.

Quando il Bonus luce e gas lo paga il datore di lavoro

Nel dettaglio, solo per l’anno di imposta 2022, il datore di lavoro può riconoscere al dipendente dei benefit che, aventi un controvalore complessivo pari a 600 euro, sono detassati. Ovverosia non concorrono alla formazione del reddito.

E tra questi benefit rientra pure il rimborso delle bollette di luce e gas. Ed anche per il servizio idrico ma a patto che la spesa sostenuta sia documentata. Ecco, quindi, quando il Bonus luce e gas è accessibile per il dipendente. E lo paga proprio il datore di lavoro.

Benefit con la detassazione fino a 600 euro, ecco cosa non è compreso nella misura

Tra i benefit che sono detassati fino a 600 euro, per l’anno di imposta 2022, non ci sono in ogni caso solo i rimborsi sulle bollette. Ma tanti altri benefit che spaziano dai buoni carburante ai servizi per il trasporto ferroviario.

Passando pure per la concessione di fabbricati in affitto, per i prestiti agevolati e per i veicoli ad uso promiscuo. Mentre sono esclusi dall’agevolazione, rappresentata dai benefit detassati fino a 600 euro, e concessi dal datore di lavoro al proprio dipendente, i buoni pasto.

E lo stesso dicasi pure per le spese legate alla scuola ed al tempo libero. Quindi, per rendere l’idea, restano fuori dalla misura dei benefit detassati fino alla soglia dei 600 euro per dipendente non solo le rette scolastiche che il lavoratore paga per i figli. Ma anche l’abbonamento alla palestra e servizi ricreativi come il cinema, il teatro ed i concerti.

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