Polarizzazione della politica italiana ed internazionale. Verso quali scenari?

Polarizzazione della politica italiana ed internazionale

Se si può cogliere un filo conduttore nelle ultime vicende politiche italiane ed internazionali, questo può essere costituito da una sorta di polarizzazione.

La politica tende spesso ad essere arte del compromesso tra posizioni spesso non omogenee e graduate relative a diversi temi. Così da lasciare l’impressione di un chiaro/scuro, più che di indicazioni a chiare lettere. Le ultime vicende sia del nostro Paese, che a livello internazionale, paiono andare in un’altra direzione. Polarizzazione della politica italiana ed internazionale. Verso quali scenari?

Riassetto di partiti italiani

Due tra le principali forze politiche italiane sono stata recentemente interessate da rilevanti riassetti interni.

Parliamo di Forza Italia e del PD.

La prima ha conosciuto un avvicendamento di cariche, a partire da quella di capigruppo parlamentare. Molti analisti concordano nel ritenere tale riassetto espressione di una posizione maggiormente in linea con quelle della Meloni e di Fratelli d’Italia, a partire dalle posizioni sul conflitto tra Russia ed Ucraina. Posizioni quindi maggiormente allineate, all’insegna di una maggior unità d’intenti, come pare stia avvenendo anche per il PD.

La nomina della Schlein ha dato un chiaro imprimatur di svolta a sinistra, dopo che per molto tempo il partito si è trovato su posizioni spesso anche conflittuali tra le sue diverse correnti. Ed anche la nomina di due capigruppo parlamentari, espressione dell’opzione Schlein, vanno in questa direzione. Infatti anche la componente dei cosiddetti neoulivisti, pro Bonaccini, ha preferito non seguire una linea di opposizione interna all’attuale segreteria, disertando una riunione indetta dallo stesso Bonaccini. Se, quindi, il PD ancora veleggiava tra posizioni di sinistra radicale e riformista, ora la sua posizione è chiara. E non a caso, sono in fase di rientro anche quelle componenti, come Articolo 1 capeggiato da Speranza, che erano fuoriuscite, a causa di un rimescolamento tra posizioni di sinistra e di centro.

Si evidenzia, quindi, una situazione politica, caratterizzata da due poli fondamentali,  governativo e opposizione antigovernativa, con minor articolazione di posizioni intermedie all’interno di una stessa forza politica.

Putin e le armi tattiche

Anche le posizioni di Putin vanno denotando una chiara situazione.

Quella di un leader sempre più in difficoltà, a fronte delle sorti del conflitto con l’Ucraina.

Agli analisti più attenti non sfugge, infatti, una propaganda che tende a seminare il terrore nel mondo occidentale.

Proprio recentemente ecco sbandierato nuovamente l’incubo delle armi atomiche, con l’annuncio di una dislocazione di armi tattiche in Bielorussia.

Ovviamente, se le armi vengono spostate, significa solo che non sono più presenti dov’erano prima. Ma, visto che armi tattiche possono essere velocemente trasportate sul campo di battaglia da qualsiasi postazione, anche solo tramite aerei. E per essere usate non necessitano di spostamento lungo altri confini, diversi da quelli russi, è evidente il senso propagandistico dell’uscita di Putin. Tanto più che l’intelligence USA non ha rilevato siffatti spostamenti.

Tale intento smaccatamente propagandistico si coglie, a maggior ragione, considerando che le armi tattiche, nelle dichiarazioni russe, vengono considerate una risposta alla fornitura di proiettili all’uranio impoverito.

Ma è noto che questi non sono un’arma atomica, in quanto non provocano una fissione nucleare. L’uranio è semplicemente usato, per la sua capacità di raggiungere elevate temperature. Si consideri, ad esempio, che viene utilizzato anche per impieghi civili, come le mazze da golf.

Un’arma tattica, invece, è quella che provoca una vera e propria fissione nucleare, sia pure di portata inferiore ad un’arma atomica strategica.

Tutto va quindi nella direzione di evidenziare un Putin sempre più in difficoltà per le sorti del conflitto, ad una lettura non superficiale di tali eventi.

Polarizzazione della politica italiana ed internazionale. UE e conversione ecologica

Con la recente scelta di vietare la commercializzazione di veicoli non ecologici a partire dal 2035, salvo quelli a combustibile e-fuel, l’UE, non paga, evidentemente, dell’assurda direttiva sulle case green, va nella direzione di considerare priorità assoluta la cosiddetta riconversione ecologica. In questo articolo non ci soffermiamo sulle molteplici criticità di una siffatta decisione, e ci limitiamo ad evidenziare che anche in tale contesto vanno affermandosi alcune prospettive con una chiara identità, senza ricerca di troppi compromessi.

Situazione francese ed israeliana

Infine, uno sguardo alla situazione interna francese ed israeliana.

Entrambe le situazioni di politica interna sono caratterizzate da nette polarizzazioni di due posizioni antagoniste, nell’ambito di ogni Paese.

Quella francese, dopo la riforma del sistema pensionistico, ha visto violente manifestazioni di piazza in senso contrario alla riforma. Manifestazioni che hanno unito anche forze politiche e sigle sindacali, oltre che la posizione anche solo di semplici cittadini, sotto un’unica bandiera, all’insegna dell’opposizione al provvedimento.

In Israele analoga protesta si è verificata contro la riforma della giustizia, voluta dalla componente più a destra del governo in carica. Situazione che ha portato financo alle dimissioni del ministro della difesa.

Tutte le situazioni esaminate si caratterizzano, quindi, per una radicalizzazione di posizioni attorno a poche idee, tra loro conflittuali. A differenza di pregresse situazioni, invece caratterizzate da una maggior graduazione di posizioni sugli stessi temi.

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