Pochi conoscono i reali effetti della cardioaspirina dopo ictus e infarti confrontata con le tienopiridine

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In Italia è la terza causa di morte più frequente dopo malattie cardiovascolari e neoplasie. L’ictus presenta circa 200.000 casi all’anno nel nostro Paese ed è spesso invalidante. Circa l’80% di questi episodi colpisce per la prima volta e solo il 20% sono casi di recidiva.

L’ictus si verifica a causa della scorretta circolazione del sangue nela cervello. Nel momento in cui un’area non viene abbastanza irrorata di ossigeno entra in sofferenza e subisce danni. L’ictus non è che l’ostruzione o la rottura improvvisa di un vaso cerebrale. Questo può evolvere in una ischemia o un’emorragia cerebrale.

Chi riesce a superare un ictus è costretto per tutta la vita ad assumere dei farmaci specifici che evitino la possibilità di un secondo episodio. Questi farmaci sono degli antiaggreganti utili a prevenire coaguli di sangue, tra cui la cardioaspirina è la più utilizzata.

Tuttavia, pochi conoscono i reali effetti della cardioaspirina comparati con quelli dell’altra categoria di antiaggreganti, le tienopiridine o inibitori del recettore P2Y12. Grazie all’analisi degli esperti della Fondazione Veronesi, evidenziamo i risultati emersi da uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet. Ecco cosa emerge rispetto all’efficacia dei due farmaci e alla loro sicurezza.

Dopo l’analisi di 9 studi sulla prevenzione per ictus e infarti, i ricercatori sono giunti ad alcune conclusioni sugli effetti di tienopiridine e cardioaspirina. Il primo parametro è stato la ricaduta di pazienti che avevano già avuto un ictus sulla base dell’uso dell’una o dell’altra cura farmacologica. Il secondo, il numero dei decessi registrati nei gruppi di osservazione. Il terzo parametro, infine, il numero di sanguinamenti avvenuti durante la cura.

Pochi conoscono i reali effetti della cardioaspirina dopo ictus e infarti confrontata con le tienopiridine

Pare che sia l’utilizzo di cardioaspirina che di tienopiridine (ticlopidina, clopidogrel, ticagrelor, prasugrel) abbiano la stessa percentuale di possbilità di ricadute. Simile è anche la percentuale di decessi, ma leggermente differente l’incidenza di nuovi infarti a favore delle tienopiridina. Eppure, la cardioaspirina si è dimostrata più conveniente rispetto ai costi della cura e la scadenza del brevetto. Quindi, più adeguata per coprire il numero dei pazienti.

Tuttavia, è bene essere consapevoli dei possibili effetti collaterali di questo farmaco. Con dosaggi elevati possono verificarsi stati di carenza di ferro, di protrombina e distruzione di globuli rossi. Inoltre, comuni sono episodi emorragici quali fuoriuscita di sangue dal naso, gengive, apparato genitale. Anche l’apparato nervoso può registrare frequenti mal di testa, sudorazione eccessiva, vertigini, fischi dell’orecchio. Si evidenziano anche effetti sull’apparato respiratorio e gastrointestinale come rinite, dispnea, nausea, vomito, ulcera gastrica.

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