Pensione tagliata o revocata  per chi non presta attenzione a limiti e vincoli che la Legge impone a disabili e pensionati al minimo che fanno questa scelta comune a molti 

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Molti ci stanno sicuramente pensando, soprattutto per via delle tante notizie che passano sui media con testimonianze di chi sembra aver migliorato la sua situazione. Andare a vivere all’estero dopo aver ottenuto la pensione ed aver lasciato il lavoro sembra sia una scelta comune a molti italiani. La tassazione in Italia è troppo elevata, questo è un dato oggettivo. E se a questo si unisce l’importo della pensione, spesso basso, ecco che la scelta di molti diventa una moda. Paesi dell’Est Europa, o del Nord Africa per esempio, sono alcune delle mete preferite insieme a Portogallo e isole spagnole. Ma è conveniente andare a vivere all’estero da pensionati? Una domanda la cui risposta varia da caso a caso naturalmente, anche perché ci sono delle pensioni e delle prestazioni che non sono esportabili all’estero.

Pensione tagliata o revocata  per chi non presta attenzione a limiti e vincoli che la Legge impone a disabili e pensionati al minimo che fanno questa scelta comune a molti

Il trattamento minimo delle pensioni in Italia per il 2022 è pari a 524,34 euro al mese. Una cifra piuttosto esigua questa, a tal punto che i pensionati che vivono con questo minimo stentano ad arrivare a fine mese. Bollette, affitto casa eventuale e beni di prima necessità spesso superano la cifra della pensione percepita. Il rischio è vivere una vita da pensionati, fatta di ristrettezze e limitazioni. Non meno bene se la passano i beneficiari di prestazioni assistenziali quali il reddito di cittadinanza per esempio. Un singolo che è rientrato nel perimetro della misura, percepisce fino a 500 euro di integrazione reddituale (i restanti 280 euro sono il corrispettivo per il cosiddetto affitto imputato). Un invalido che riesce a beneficiare del nuovo incremento al milione allargato dal Governo e dalla Corte Costituzionale, arriva a percepire 660,27 euro al mese.

L’invalido che prende pure l’accompagnamento da 525,17 euro al mese, se deve assumere una badante, non spenderà meno di 700 euro al mese. È evidente la pochezza delle prestazioni che un italiano su tre percepisce. Ecco spiegato il motivo per il quale la corsa a fuggire dall’Italia è un dato di fatto. Ma non tutti possono farlo. Prima di lasciare l’Italia, vendere casa e fare i bagagli, meglio capire bene le regole che il sistema previdenziale ed assistenziale prevede.

Non tutti i soldi erogati dall’INPS possono essere incassati all’estero

Andare a vivere all’estero da pensionati può essere una valida soluzione per vivere una vita più dignitosa. Non sono pochi i posti all’estero, dove 600 euro possono bastare per vivere bene e per togliersi anche qualche sfizio. Per richiedere il trasferimento della pensione all’estero, gli interessati devono produrre istanza all’INPS, con indicazione delle coordinate bancarie dove verrà trasferita la pensione. In alternativa ci sono strumenti che permettono di percepire la pensione in contanti anche all’estero.

Il trasferimento con istanza è obbligatorio per evitare la doppia tassazione in Italia e all’estero. Ma questo trasferimento vale solo per le prestazioni legate ai contributi. C’è il rischio di ritrovarsi con pensione tagliata o revocata  per chi non presta attenzione. L’assegno sociale, le pensioni sociali, le prestazioni per gli invalidi si perdono.  E vengono revocate anche le integrazioni al minimo e le maggiorazioni. In pratica, c’è anche il rischio che andando all’estero si percepisca una pensione inferiore.

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