Oltre ad aumentare il rischio cardiovascolare questo valore nelle analisi del sangue potrebbe presagire Parkinson e demenza

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Nella nostra quotidianità, possiamo fare tanti piccoli gesti che significano molto per la nostra salute. Uno di questi è sottoporci periodicamente alle analisi del sangue, un’abitudine sana a cui non dovremmo mai sottrarci. Con un monitoraggio costante possiamo tenere sotto controllo i valori più delicati, come colesterolo e trigliceridi, e prevenire future problematiche. Tra i valori di particolare rilevanza, c’è sicuramente quello dei grassi. Tenere a bada i grassi nel sangue è essenziale per scongiurare problematiche cardiache e circolatorie. Ma una recente ricerca attesta anche un legame tra livelli di grassi nell’emoglobina e rischi di malattie cerebrali e neurodegenerative.

Oltre ad aumentare il rischio cardiovascolare questo valore nelle analisi del sangue potrebbe presagire Parkinson e demenza, stando a quanto rilevato dagli esperti. La scoperta potrebbe avere una rilevanza non da poco nella prevenzione a queste malattie, per cui ancora non esiste una cura. Vediamo nel dettaglio quali sono i valori che possono essere spia di un futuro rischio.

Oltre ad aumentare il rischio cardiovascolare questo valore nelle analisi del sangue potrebbe presagire Parkinson e demenza

Secondo un autorevole studio, portato avanti dai ricercatori del Mayo Clinic, ci sarebbero relazioni tra grassi nel sangue e demenza. Stando alla voce degli esperti, le analisi del sangue possono dirci molto sul Parkinson e sull’ipotesi di sviluppare demenza. Secondo lo studio la mutazione genetica glucocerebroside, che può verificarsi in caso di valori elevati di grassi nel sangue, può condurre a queste malattie neurodegenerative. La conseguenza della mutazione è una evidente difficoltà di assimilare i grassi e, quindi, dei livelli più alti di lipidi nelle analisi del sangue. Inoltre, le analisi del sangue possono aiutarci a individuare tra i malati di Parkinson quelli che hanno più probabilità di sviluppare anche la demenza.

La diagnosi anticipata sarebbe fondamentale per contrastare la malattia

Come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, in commento alla suddetta ricerca, la diagnosi anticipata può essere fondamentale per contrastare la malattia. È ben noto che sia il Parkinson che la demenza non abbiano ancora una cura. Tuttavia, la sollecitudine con cui arriva la diagnosi può essere un’arma in più per medici e malati, per rallentare il decorso della degenerazione. Inoltre, una diagnosi antecedente all’arrivo delle malattie può anche ritardare la comparsa dei sintomi. Secondo quanto dicono i ricercatori, abbassare i livelli di grassi nel sangue potrebbe essere un buon metodo di prevenzione.

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