Non un farmaco salverebbe dall’Alzheimer ma questo ormone che tutti possono produrre attraverso un’abitudine quotidiana

invecchiamento

La vita attiva e lontana dalla sedentarietà rappresenta sicuramente un fattore di protezione per numerosissime malattie come confermano diversi studiosi. In alcuni casi, le reazioni biochimiche che il movimento e l’attività motoria determinano nell’organismo potrebbero avere effetti davvero sconcertanti. È quanto riferisce un team di ricercatori americani che ha effettuato alcuni studi approfonditi sull’effetto dell’ormone irisina. Non un farmaco salverebbe dall’Alzheimer ma questo ormone che tutti possono produrre attraverso un’abitudine quotidiana secondo gli scienziati.

Qual è la chiave segreta di una vita sana e lunga

Uno stile di vita sano aiuta l’organismo a vivere in armonia con l’ambiente. Quando si parla in questi termini, non si deve necessariamente pensare ad attività o abitudini complesse. Al contrario, spesso sono proprio i piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza. Un esempio lo abbiamo mostrato quando abbiamo la potenza del cervello nell’eliminare le sostanze di scarto attraverso una semplice routine. I più recenti studi scientifici non fanno altro che confermare la stretta connessione che esiste tra scelte di vita ed esiti sulla salute. Un esempio riguarda la produzione di quello che ormai noto come “ormone dello sport”. Si tratta dell’irisina, una sostanza che il nostro corpo produce essenzialmente nei muscoli durante l’attività sportiva. Essa è presente nel plasma umano e la sua secrezione aumenta durante lo svolgimento dell’esercizio fisico.

Non un farmaco salverebbe dall’Alzheimer ma questo ormone che tutti possono produrre attraverso un’abitudine quotidiana

I ricercatori hanno effettuato degli studi su dei modelli murini per testare i livelli di infiammazione delle cellule nervose attraverso l’inibizione genetica dell’irisina. Tale variabile ha mostrato che l’assenza di irisina provocherebbe una compromissione delle funzioni cognitive in particolare nell’area dell’ippocampo, magazzino per eccellenza di memoria e ricordi. Questo quindi potrebbe accelerare il processo di invecchiamento delle cellule nervose e l’insorgenza dell’Alzheimer.

I dati dicono inoltre che l’irisina ha un effetto protettivo anche sulla neuroinfiammazione e quindi protegge le cellule gliali del cervello. Queste ultime, insieme ai neuroni, assicurano sostegno, stabilità e protezione al sistema nervoso, perciò la loro funzione è indispensabile. Sebbene ancora gli studi cerchino ulteriori conferme, è possibile sostenere l’attività motoria sia un vero e proprio killer di numerose malattie. Questa regola è applicabile anche all’alimentazione. Difatti, in un articolo precedente abbiamo indicato che bastano 15 grammi al giorno di un particolare frutto per migliorare apprendimento e memoria.

Approfondimento

Chi mangia questi alimenti ingerisce un sacco di plastica senza saperlo

Consigliati per te