Lo scacchiere internazionale si divide in due scenari

Cina

Dopo poche ore dalla partenza di Nancy Pelosi dal suolo di Taiwan, la Cina ha dato il via alle più grandi operazioni militari della sua storia. Manovre che si tengono pericolosamente vicino all’isola contesa. La stessa che Pechino considera non una Nazione con un Parlamento democraticamente eletto ma una regione ribelle da riportare sotto il proprio controllo. Alla luce di quanto già visto in Ucraina, è facile dunque pensare che lo scacchiere internazionale si divide in due scenari, entrambi caratterizzati da rivendicazioni territoriali. Da un lato la crisi ucraina, dall’altro quella cinese. Troppe le similitudini con Kiev, soprattutto se si pensa che la stessa Mosca, prima di invaderne il territorio, aveva a sua volta condotto per settimane delle poderose “esercitazioni militari al confine”.

Il ping pong delle dichiarazioni

Allo scopo di prevenire qualsiasi commento o ingerenza anche solo diplomatica, Pechino ha immediatamente specificato che quanto sta avvenendo rientra nella sfera degli affari interni. Ma la dichiarazione è rientrata all’interno di un fitto scambio di accuse tra i tre protagonisti. Prima di tutti la Cina. Per voce del suo ministro degli Esteri Wang Yi ha definito “irresponsabili ed irrazionali” le azioni statunitensi. Il riferimento è alla visita della Pelosi nell’isola di Taiwan, nonostante lo stesso presidente USA l’abbia sconsigliata. La risposta è arrivata dal secondo protagonista, Taiwan, e nello specifico dal suo ministero della Difesa che, dopo la condanna delle esercitazioni cinesi, ha confermato la sua strategia di “prepararsi alla guerra senza cercare la guerra” né di inasprire le tensioni già presenti.

Lo scacchiere internazionale si divide in due scenari

C’è poi un inatteso terzo protagonista e cioè l’Ue. Attraverso la nota pubblicata dallo staff di Josep Borrell, capo della diplomazia europea, ha giudicato del tutto immotivate le esercitazioni decise dalla Cina. Intanto, dopo alcuni lanci di missili, Taiwan ha allertato il suo sistema di difesa. Sebbene il Dragone abbia deciso di fare la voce grossa, sono in pochi a credere che la situazione, per quanto tesa, possa degenerare. Un primo indizio lo si ha dall’andamento delle Borse che, per il momento, in Europa stanno registrando un andamento positivo.

Dall’altra parte, sempre in territorio asiatico, resta ancora aperta la partita tra Mosca e Kiev. Mentre le navi container che trasportano il grano hanno iniziato a lasciare i porti, arrivano notizie potenzialmente positive dall’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder. Dopo un nuovo, recente incontro con il presidente russo Vladimir Putin sembrano essersi rafforzate le volontà di Mosca di un ritorno a negoziati costruttivi.

Approfondimento

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