La Cina parte con il ricatto dei semiconduttori

Taiwan

La visita a Taiwan della speaker della Camera dei Deputati USA Nancy Pelosi sta focalizzando l’attenzione non solo degli osservatori internazionali, ma anche dei mercati. Infatti la cautela registrata in apertura di seduta si sta accompagnando anche ad un parallelo aumento della tensione con Pechino che ha ordinato manovre militari in zona. Il tutto mentre la portaerei Ronald Reagan staziona ormai da qualche giorno al largo delle coste di Taipei.

Le prime avvisaglie delle tensioni internazionali

Nei giorni scorsi il presidente cinese Xi Jinping aveva avvertito il suo omologo statunitense Joe Biden di “non scherzare con il fuoco” intendendo dissuadere con questa espressione ogni iniziativa da parte della Casa Bianca. Anche se non decisivo, però, la frase ha ottenuto un piccolo risultato. Infatti Biden ha ufficialmente sconsigliato il viaggio della Pelosi a Taiwan, dichiarazione che, sebbene non lo abbia evitato, ha per lo meno offerto la possibilità a Washington di salvare la forma.

Purtroppo, però, la Cina non sembra essersi accontentata di questo.

La Cina parte con il ricatto dei semiconduttori

Ieri l’aereo della delegazione USA è atterrato a Taipei, preceduto da un allarme bomba. Un allarme che, di fatto, rappresenta lo stato di nervosismo presente anche tra i rappresentanti sia del governo a stelle e strisce che di quello taiwanese.

Anche per questo motivo la Cina parte con il ricatto che tutti si aspettavano: quello dei semiconduttori. O per meglio dire:lo stop all’export della sabbia usata per creare i semiconduttori. In realtà questo è solo il secondo passo messo in atto dagli strateghi cinesi. Il primo, sempre su base economica, è stata la sospensione dell’importazione di prodotti alimentari da Taiwan.

Quasi parallelamente, poi, è stato deciso anche il blocco sull’export di sabbia per semiconduttori. Ma potrebbe non essere l’unica ritorsione contro le autorità dell’isola ribella. Infatti già si parla anche di un freno alle importazioni di agrumi e pesce ed altri prodotti alimentari sempre di provenienza taiwanese.

Ad ogni modo, la breve visita della Pelosi che si è conclusa dopo nemmeno 24 ore, non ha cancellato le tensioni. Mentre l’aereo con la rappresentate statunitense lasciava l’isola per raggiungere la Corea del Sud, da Taipei confermavano l’incursione di 27 apparecchi cinesi nello spazio aereo dell’isola.

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