L’anticamera dell’Alzheimer arriva con questi segnali e questi fattori aumentano la demenza

Alzheimer

L’Alzheimer è una delle peggiori patologie dell’uomo, perché porta alla demenza progressiva con segnali che si avvertono in largo anticipo. Alcune recentissime scoperte hanno messo in evidenza come l’insorgenza della demenza e la sua accelerazione siano legate ad una specifica causa. Questi studi ci indicano che l’anticamera dell’Alzheimer arriva con questi segnali e questi fattori aumentano la demenza.

Si vive di più e meglio rispetto ad 50 o 100 anni fa. Paradossalmente questo aspetto ha portato all’impennata di casi di Alzheimer nel mondo. Le statistiche indicano che nel 2050 ben 115 milioni di persone nel mondo saranno affette da Alzheimer, il 320% in più rispetto ad oggi.

L’Alzheimer è una patologia neuro degenerativa subdola che si accompagna ad altre patologie apparentemente non legate al cervello, come, per esempio, l’ipertensione. Di recente una ricerca è giunta alla incredibile conclusione che c’è un legame finora sconosciuto tra questo fattore dell’organismo e il rischio dell’Alzheimer. Scopriremo nell’articolo quale altra diffusissima patologia favorisce l’insorgere di questa demenza.

L’anticamera dell’Alzheimer arriva con questi segnali e questi fattori aumentano la demenza

L’Alzheimer si manifesta nel tempo con segnali apparentemente non significativi ma chiari. Il primo segnale si presenta con la perdita di memoria e con una graduale diminuzione della lucidità mentale. Questo primo stadio è definito Disturbo Soggettivo della Memoria (SMC). Il peggioramento successivo che potrebbe verificarsi in pochi anni, porta al Decadimento Lieve Cognitivo (MCI). In questo stato ricordare e memorizzare diventa sempre più difficile, questa è l’anticamera dell’Alzheimer. Per passare dallo stato MCI alla demenza conclamata trascorreranno tra 5 e 8 anni e nel 20% dei casi il medico diagnosticherà l’Alzheimer.

Dopo le brutte notizie ecco 3 belle notizie. La prima è che passano circa 20 anni dall’insorgere dei primi segnali all’attuazione dello stato più avanzato della demenza. La seconda bella notizia è che modificando il nostro stile di vita è possibile ritardare se non impedire l’insorgere della demenza. La terza è che uno studio ha scoperto che il diabete è responsabile del declino cognitivo. Infatti diversi studi dimostrano il legame stretto tra insulino-resistenza, diabete e insorgere della demenza.

Tra queste ricerche uno studio imponente che ha coinvolto oltre 10.000 persone, dimostra questo perverso legame. Lo studio si chiama Maastricht Aging Study ed è stato condotto dall’università di Maastricht. Questa ricerca ha coinvolto 13.000 persone dai 40 anni in su per ben 12 anni. I risultati raccolti dimostrano come i malati di diabete abbiano una predisposizione molto maggiore alla demenza rispetto a chi non ha il diabete. In particolare lo studio dimostra che i malati con diabete 2 hanno una velocità del declino cognitivo maggiore del 300%. Invece, coloro che necessitano d’iniezioni d’insulina hanno un declino maggiore del 400%.

Un segnale inimmaginabile

Come abbiamo letto, i segnali della demenza si presentano con largo anticipo aiutandoci nella prevenzione. Una vita sana e una dieta corretta possono aiutare a prevenire la demenza. Tra i segnali che possono fare pensare all’Alzheimer uno è veramente inimmaginabile come si è detto nell’articolo Una incredibile scoperta potrebbe aiutare a prevenire l’Alzheimer ancora prima dei sintomi d’insorgenza con la possibilità di una efficace prevenzione. E sempre in fase di prevenzione, attenzione a non eliminare questa molecola dall’organismo che ci difende da Alzheimer e demenza.

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