Un’incredibile scoperta potrebbe aiutare a prevenire l’Alzheimer ancora prima dei sintomi d’insorgenza con la possibilità di una efficace prevenzione

Alzheimer

L’herpes, in gergo medico viene chiamato herpes simplex labiale, è un’infezione virale che si manifesta sul contorno della bocca. Ebbene, un recente studio condotto da ricercatori italiani ha portato a delle conclusioni inimmaginabili. Un’incredibile scoperta potrebbe aiutare a prevenire l’Alzheimer ancora prima dei sintomi d’insorgenza con la possibilità di una efficace prevenzione.

Infatti è stato appurato che l’herpes simplex potrebbe essere il sintomo di una malattia molto più grave che colpisce il cervello, l’Alzheimer. Un team di ricercatori italiani dell’Università Cattolica del Sacro cuore, guidati dalla dottoressa Anna Teresa Palamara, è giunto a questa conclusione. La ricerca vede coinvolti anche il CNR e l’IRCCS San Raffaele Pisana. Ma in che modo l’herpes simplex labiale (HSV-1), è collegato all’insorgenza dell’Alzheimer?

Un’incredibile scoperta potrebbe aiutare a prevenire l’Alzheimer ancora prima dei sintomi d’insorgenza con la possibilità di una efficace prevenzione

Da tempo si sospettava di un legame tra virus e patologie neurodegenerative. Uno studio della professoressa Ruth Itzhaki dell’Università di Oxford, dimostrava come il virus herpes simplex fosse presente nel cervello delle persone anziane. Ma lo studio dei ricercatori italiani fa un passo in più. Infatti ha dimostrato in un modello animale, che le ripetute insorgenze dell’herpes labiale producono nel cervello la comparsa di fattori che scatenano l’Alzheimer.

Secondo la dottoressa Palamara il virus si trova in alcune cellule nervose fuori dal cervello umano. Il virus si riattiva in seguito ad eventi stressanti, come infezioni, calo delle difese immunitarie, ecc. In alcuni soggetti il virus riattivato può raggiungere anche il cervello, producendo danni che nel tempo possono portare all’Alzheimer.

Attenzione, va specificato che la comparsa dell’herpes non significa che la persona ha una predisposizione all’Alzheimer. Anzitutto il virus si deve manifestare regolarmente nell’arco della vita, per esempio più volte durante l’anno. E comunque anche questa eventualità non sarebbe condizione sufficiente per l’insorgere della patologia neurodegenerativa. Tuttavia la continua riattivazione del virus nel corso degli anni può essere un sintomo da non sottovalutare.

Le conclusioni del team italiano sono la possibile spinta verso la scoperta di cure antivirali. Questo potrebbe portare alla creazione di un vaccino che combatta direttamente l’herpes e quindi indirettamente anche l’Alzheimer.

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