Il cervello si spegnerebbe e aumenterebbe il rischio di demenza se continuiamo con questo atteggiamento che faciliterebbe il declino cognitivo

sintomi demenza

Sappiamo bene tutti che, prima o poi, dovremo invecchiare. Il problema è che non lo accettiamo facilmente. Probabilmente, il motivo di questa riluttanza è legato alla questione salute. Quando l’età potrebbe diventare un fattore di rischio, allora i segnali del tempo che scorre diventerebbero motivo di stress.

La demenza, per esempio, sarebbe una malattia neurodegenerativa che colpirebbe in età avanzata. Maggiore sarebbe l’età, maggiore potrebbe essere la probabilità di essere colpiti. Tuttavia, nel caso della demenza vi sarebbero altri fattori che potrebbero costituire un rischio.

Per esempio, si parlerebbe di patologie pregresse non curate o arrivate ad uno stadio quasi grave, come l’obesità, l’ipertensione, il diabete e così via. Poi vi sarebbero altri fattori, legati alla sfera prettamente mentale. Questi sarebbero delle abitudini scorrette che potrebbero facilitare l’invecchiamento precoce del cervello.

Tra questi vi sarebbe un atteggiamento comune che, secondo la scienza, potrebbe spianare la strada verso il declino cognitivo. I soggetti maggiormente colpiti sarebbero gli anziani. Questo comportamento sarebbe sbagliato sia in età avanzata che in età giovanile.

L’isolamento

Secondo la Fondazione Veronesi, attraverso l’isolamento, il cervello si spegnerebbe e aumenterebbe il rischio di demenza, soprattutto negli anziani. L’essere o il sentirsi soli intaccherebbe delle zone del cervello. Per questo motivo, l’isolamento potrebbe causare il declino cognitivo, per poi arrivare alla forma grave della malattia neurologica.

Si sarebbe arrivati a questa conclusione attraverso una ricerca, che avrebbe studiato circa 462.619 persone, di età media di 57 anni. Lo studio avrebbe rivelato che la maggior parte dei pazienti fosse affetto da demenza, che sarebbe arrivata nell’arco temporale di 12 anni. Il resto dei pazienti, invece, avrebbe manifestato delle sensazioni di solitudine e depressione.

Il cervello si spegnerebbe e aumenterebbe il rischio di demenza se continuiamo con questo atteggiamento che faciliterebbe il declino cognitivo

In sostanza, quello che lo studio avrebbe voluto dimostrare è che isolarsi sarebbe un atteggiamento sbagliato. Stare da soli e la non comunicazione sarebbero dei fattori di rischio per la demenza, poiché contribuirebbero a facilitare il declino e l’invecchiamento del cervello.

Proprio per questo, si suggerirebbe di parlare con gli anziani e spronarli a raccontare qualche aneddoto della loro vita. In questo modo, la mente si allenerebbe a ricordare, favorendo la memoria, mentre per promuovere la concentrazione sarebbe ideale sollecitare gli anziani a trovare un hobby a cui dedicarsi, da fare in gruppo. Magari, giocando a carte o proponendo dei gruppi di ascolto e di condivisione.

I circoli ricreativi sarebbero molto utili, in tal senso. Il lavoro a maglia, i corsi di cucina, il découpage e attività di questo tipo potrebbero contribuire ad allenare la mente, attraverso il dialogo e la concentrazione. In pratica, anche in età giovanile e in età adulta dovremmo cercare di prevenire questa malattia, che potrebbe colpire successivamente.

In ogni caso, quest’articolo è solo a titolo informativo e non intende sostituirsi alla valutazione del medico. Pertanto, invitiamo i gentili Lettori a rivolgersi al parere del medico, il quale sarà in grado di rispondere ad eventuali dubbi in merito a questa malattia.

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