Uno studio scientifico sta dimostrando come il limone potrebbe aiutare nella terapia dell’Alzheimer

limone

In queste ultime ora non si sta facendo altro che parlare di una strepitosa notizia. L’Istituto Centro San Giovanni di Dio-Fatebenefratelli di Brescia sta effettuando una ricerca sul limone e sulle sue proprietà.  Già era noto a tutti che il limone apportasse tanti benefici alla nostra salute. Non è un caso, infatti, che esso venga utilizzato come rimedio naturale contro tanti disturbi fisici e non solo. Infatti, uno studio scientifico sta dimostrando come il limone potrebbe aiutare nella terapia dell’Alzheimer.

Sembra che la buccia di limone contenga dei fitochimici particolari che contribuiscono a rafforzare la memoria. La ricerca ha lo scopo di avvalorare questa tesi attraverso uno studio che si sta sperimentando su 80 anziani affetti da declino cognitivo. Gli anziani assumeranno sotto forma di capsule l’estratto secco per un periodo della durata di 9 mesi. Il nome dello studio è “Effetto clinico e biologico di fitochimici derivati dal limone nel declino cognitivo soggettivo: uno studio pilota randomizzato controllato”.

Uno studio scientifico sta dimostrando come il limone potrebbe aiutare nella terapia dell’Alzheimer

Ciò che ha richiamato l’attenzione degli scienziati sono stati due fitochimici in particolare presenti nella buccia di limone: l’auraptene e la naringenina. Queste infatti hanno una funzione neuroprottetiva. Lo scopo della ricerca è quello di dimostrare che ci sia la speranza che i fitochimici prevengano l’insorgenza dell’Alzheimer o che aiuti nella terapia. L’Alzheimer come tutti sappiamo, è la malattia neurodegenerativa che colpisce prevalentemente gli anziani causando la perdita della memoria. Infatti, ci sarebbe la possibilità che il rafforzamento della memoria e dell’apprendimento farebbe da scudo all’eventuale manifestazione dell’Alzheimer.

Questo perché lo studio è stato sperimentato in precedenza anche sulle cavie, aventi problemi neurologici tipici dei sintomi dell’Alzheimer. Il risultato? Migliore memoria e miglior processo cognitivo. Quindi ci sarebbero tutti i presupposti di riuscita.

Che sia la volta buona che si possa prevenire L’Alzheimer? Basta solo aspettare i risvolti nei prossimi mesi.

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