Ecco perché l’olio extravergine d’oliva a casa potrebbe danneggiarsi nelle classiche bottiglie di vetro e cosa fare per salvare il prodotto anche per 2 anni

olio di oliva

Il vetro è meglio della plastica per conservare gli alimenti. Questa affermazione è una via di mezzo tra il dato di fatto ed il luogo comune. Infatti anche il vetro, pur se nettamente migliore della plastica, presenta delle controindicazioni. Per esempio, sull’olio extravergine di oliva, un olio che nasce di qualità superiore e ricco di sostanze nutritive e protettive, non sempre le bottiglie di vetro fanno il loro lavoro. È ciò che emerge da uno studio di alcuni ricercatori che hanno analizzato il prodotto stipato per troppo tempo senza accorgimenti. E l’olio è delicato, rispetto ad altri prodotti comunemente usati nelle cucine delle famiglie.

Ecco perché l’olio extravergine d’oliva a casa potrebbe danneggiarsi nelle classiche bottiglie di vetro e cosa fare per salvare il prodotto anche per 2 anni

La luce può arrivare a danneggiare l’olio. L’esposizione alla luce infatti è deleteria per un prodotto delicato come l’olio extravergine di oliva. Sembra, in base allo studio a cui ha partecipato anche un docente dell’Università di Perugia, il Professor Maurizio Servili, nelle classiche bottiglie di vetro, un olio extravergine di oliva in 5 mesi potrebbe essere danneggiato dall’esposizione alla luce tipica del supermercato. Pare che la progressiva esposizione per questo periodo di una bottiglia di olio, faccia perdere al prodotto gran parte delle sue proprietà salutari. Inoltre, se i mesi di esposizione diventano 8, il prodotto rischia di non poter più essere considerato extravergine di oliva. Per l’olio la luce è nociva, e se non si dispongono di contenitori in alluminio, meglio scegliere bottiglie in vetro rivestito di nero e magari in multistrato.

Il problema è la delicatezza

Sembrerebbe che sia l’olio extravergine d’oliva, in quanto delicato, a dover essere conservato con le opportune attenzioni e cautele. Infatti i ricercatori hanno stabilito che tutto dipende dalla clorofilla, che generando ossidazione, determina la modifica della qualità del vetro. E l’olio d’oliva ne risente come nessun altro prodotto simile, che non subiscono questi effetti (olio di semi di girasole o olio di soia). I ricercatori hanno tenuto le bottiglie di olio (una verde, una rivestita di nero e un cartoncino di tetrapack in alluminio), per 12 ore al giorno alla luce ed altrettante al buio, cambiandogli posizione. Tutti meccanismi simili a quelli che i prodotti potrebbero subire in un classico negozio di generi alimentari. Ed hanno conservato altro olio nelle bottiglie di vetro, al buio costante.

Queste ultime per ben due anni hanno preservato perfettamente l’olio, modificandogli solo di poco alcune caratteristiche. Per quelle esposte nelle modalità tipiche del supermercato, è emerso che dopo 5 mesi l’olio iniziava a diventare acido a tal punto che decorsi altri 3 mesi, la sua acidità determinava il passaggio da olio extravergine a semplice olio d’oliva. Naturalmente, l’olio che si vende nei supermercati difficilmente resta sugli scaffali per mesi e mesi visto il largo consumo del prodotto. Ecco perché l’olio extravergine di oliva andrebbe tenuto in recipienti di alluminio o al buio. Spendere soldi in più per comperare un prodotto ottimo per proprietà alimentari e salutari, per poi danneggiarlo è un peccato. In un periodo in cui si adottano azioni per prendere il più possibile di pensione o stipendio, o di risparmiare soldi, gli sperperi vanno evitati.

Approfondimento

Ecco la verità inaspettata sull’olio extravergine di oliva venduto a meno di 3 euro nei supermercati, di cosa è fatto e da dove proviene

Consigliati per te