Come si manifestano i sintomi iniziali di questo terribile male di cui sono affetti molti nonni e come i parenti possono aiutare

Alzheimer

Quando un anziano inizia a perdere la memoria, soprattutto la memoria recente (ovvero quella inerenti a eventi appena successi) il pensiero dei cari che lo assistono cade esattamente lì. Sulla possibilità che questo male incurabile, privando della memoria, privi in parte anche dell’identità che costituisce un individuo.

Ciò che è doloroso e nello stesso tempo consolatorio è che quella “sostanza” di cui sono fatti gli esseri umani, ciò che alcuni chiamano anima, rimane riconoscibile. Eppure, il declino cognitivo di un nostro caro riesce a renderlo irriconoscibile in certi frangenti. Questo mette a dura prova anche la psiche, la pazienza, la buona volontà dei congiunti, che spesso avrebbero bisogno a loro volta di un supporto.

Capire come si manifestano i sintomi iniziali è l’inizio di un percorso importante. Sia di tipo psicologico, per supportare il trauma di qualcosa di molto simile a un lutto, sia logistico.

Come riconoscere i primi sintomi dell’Alzheimer, la perdita della memoria recente

La perdita della memoria recente è la prima spia di qualcosa che sta cambiando radicalmente. All’inizio, i pazienti non si ricordano gesti appena compiuti o appaiono disorientati in luoghi che conoscono benissimo.

Si tratta di un processo che evolve lentamente nel tempo ed è importante che questi segni vengano colti prima che la condizione iniziale sfoci in demenza. Per paziente demente, in senso medico, si intente un soggetto che ha perso le risorse per condurre una vita sociale adeguata.

La ripetitività dei deficit

Fintanto che la perdita di memoria appare come sporadica non deve allarmare, a chiunque può succedere di dimenticare dove si ha perso le chiavi dell’auto. Quello che desta preoccupazione è la ripetitività dei deficit, ovvero il disorientamento e la perdita della memoria recente che diventano la norma.

Quando questi fenomeni assumono una certa continuità possono iniziare a configurarsi non tanto come Alzheimer, ma inizialmente come “Declino Cognitivo Lieve”.

L’importanza della diagnosi precoce

Non appena si colgono i sintomi di un Declino Cognitivo Lieve in un caro congiunto, specie se di età avanzata, sarebbe opportuno parlarne al medico di base.

Successivamente, si verrà indirizzati verso uno specialista, verosimilmente un neurologo, il quale potrà somministrare dei farmaci per il rallentamento del declino cognitivo ed emettere una diagnosi, fornendo tutte le indicazioni adeguate ai parenti. La scienza ha fatto passi da gigante, ad oggi esistono nuovi test in grado di formulare con esattezza una diagnosi precoce.

Come si manifestano i sintomi iniziali di questo terribile male di cui sono affetti molti nonni e come i parenti possono aiutare

Per quanto si viva la condizione del malato di Alzheimer come qualcosa che sta tra la perdita e la colpa, è necessario capire come affrontare serenamente questo cambiamento.

È fondamentale comprendere che bisogna agire con calma e pazienza: il malato non ha colpe. Inoltre, mantiene una profonda dignità: non bisogna farlo sentire diverso, o sbagliato, ma essere amorevoli e non giudicanti.

Allo stesso tempo, sarebbe giusto chiedere un supporto psicologico presso il centro famigliare più prossimo. In queste strutture si incontra personale istruito a capire la vostra situazione e indirizzarvi nel migliore dei modi.

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