Alcuni debiti ereditati dal defunto non vanno pagati anche se accetti l’eredità

Alcuni debiti ereditati dal defunto non vanno pagati -Foto da pixabay.com

Ereditare dei beni da una persona defunta, che sia un genitore piuttosto che un parente, un nonno o qualsiasi altro, è una delle cose più comuni nella vita di tutti i giorni. Non sempre però ereditare significa prendere solo le cose buone che un lascito ha.

Perché quando si parla di eredità si parla sia di cose positive che di cose negative. Perché come si eredita un immobile, come si eredita un conto corrente bancario con soldi dentro, si ereditano anche situazioni debitorie. E l’erede si giova dei beni attivi, ma si aggrava anche delle voci passive di un lascito ereditario.

Alcuni debiti ereditati dal defunto non vanno pagati anche se accetti l’eredità

In un lascito ereditario ci possono essere soldi, terreni, fabbricati, gioielli, opere d’arte. Ma ci possono anche essere debiti verso privati, cartelle esattoriali, tasse evase e così via dicendo. Partiamo dal presupposto che chi accetta l’eredità, che derivi da testamento o da successione per legge, accetta anche i debiti del defunto. La via migliore per non pagare i debiti del defunto è quella di rinunciare all’eredità. Infatti chi vi rinuncia, così come rinuncia ai beni attivi del patrimonio del defunto, dice di no anche alle passività di chi è passato a miglior vita. Certo, bisogna fare bene i calcoli e capire cosa si lascia tra attività e passività di una eredità. Una operazione non sempre facile soprattutto se non sempre sono chiari i debiti che un defunto ha contratto in vita.

I chiarimenti sui lasciti ereditari

Eppure, ci sono dei debiti che gli eredi non sono tenuti a pagare nonostante non sia stata scelta la via della rinuncia all’eredità. La prassi da seguire in caso di eredità non può che partire da un controllo documentato di tutto ciò che fa parte del lascito. Questo perché non si può non conoscere la situazione generale per non incorrere nel macroscopico errore di ereditare più debiti che crediti. Dal momento che i debiti se passano all’erede, sarà quest’ultimo a doverli pagare, meglio partire dall’accettazione dell’eredità col beneficio d’inventario. Questa è una soluzione che salva il salvabile, nel senso che quantomeno distingue tra i beni del defunto e quelli dell’erede. In caso di ipoteche e pignoramenti, i beni dell’erede non vengono attaccati dai creditori. In questo caso se emerge che i debiti del defunto sono superiori ai beni attivi ceduti all’erede, quest’ultimo dovrà restituire solo il corrispettivo del valore dei beni ricevuti, senza metterci del suo e dal suo patrimonio.

I debiti che passano anche agli eredi sono:

  • fatture scadute alla data del decesso;
  • tasse evase quando il defunto era in vita;
  • spese di condominio arretrate;
  • cartelle esattoriali;
  • mutui contratti dal defunto;
  • prestiti contratti dal defunto.

Alcuni debiti ereditati dal defunto non vanno pagati. Per esempio, quando un creditore non ha avviato per tempo le procedure di esecuzione forzata (debiti prescritti). Tutte le sanzioni, da quelle per omessi versamenti dei contributi assistenziali e previdenziali del defunto, a quelle per tasse e imposte a Stato, Comune o Regione, non passano agli eredi. Multe, sanzioni e simili, non si trasferiscono a causa di morte.

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