Siparietti parlamentari, il fumo nero di Conte e Salvini non ferma gli armamenti all’Ucraina e questo è il motivo

Draghi

Mario Draghi di pazienza deve averne davvero molta. Oltre alla fitta agenda di impegni che ultimamente lo porta a salire e scendere da voli intercontinentali, deve mediare e fare da paciere in casa propria. Con la pazienza di chi sa delle bizze di Conte e Salvini e anziché fomentare e creare subbuglio, si dedica all’ascolto.

I fumogeni di Conte e Salvini

Il voto sulla pregiudiziale di Fratelli d’Italia rispetto alle misure da adottare per contenere e affrontare al meglio gli effetti del conflitto, sarebbe in corso. Ieri è tutto andato in tilt. Il motivo è per l’assenza di molti deputati in aula. Salvini e Conte fanno ostracismo per cercare di intercettare e calamitare su di loro i voti di quanti vogliono la fine immediata della guerra. E Mario Draghi ben conosce questi siparietti parlamentari, il fumo nero delle chiacchiere in aria.  Ma se per opportunità istituzionale lascia correre, il giornalista Paolo Mieli parla chiaro. Con quattro parole in tv riesce a scoprire le carte. Rivela infatti come l’ opposizione all’invio di armi all’Ucraina non avrebbe senso adesso. Questo perché il primo Decreto sull’Ucraina già conterrebbe la disposizione di aiuti al Paese dell’Est fino al prossimo dicembre.

Siparietti parlamentari, il fumo nero di Conte e Salvini non ferma gli armamenti all’Ucraina e questo è il motivo

Eppure Mario Draghi, che da buon stratega, nonostante colga la mossa politica, gli dedica anche del tempo. Riceve Matteo Salvini e lo rassicura. Gli chiarisce che con Joe Biden c’è l’impegno di arrivare alla Pace. Nel frattempo, l’Ucraina deve difendersi e l’Occidente c’è. Soprattutto perché c’è un preciso schieramento a fianco del Paese preso di mira e l’impegno di sfinire la Russia a suon di sanzioni e perdite sul campo.  Così Salvini si dice più sereno perché Draghi inizia a parlare di nuovo di Pace e negoziati. Concetti che, sottolinea il leader del Carroccio, non si sentivano da un po’. Ma secondo molti maligni è tutta polvere. Perché come dice Mieli, le armi già sono e continueranno ad esserci per l’esercito ucraino. Intanto il gioco avanza nel carnevale politico da campagna elettorale in tempo di guerra.

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