L’Occidente già sapeva? Il saggio di Putin del 2021 e la lunga telefonata con Conte in tempi non sospetti 

Russia

Il Mondo forse già sapeva. Lungi dal capire se e cosa si potesse fare per evitare il più grande disastro dopo la Seconda Guerra Mondiale, rimane il dato che Putin lo ha sempre detto. E il perspicace Massimo Giletti è riuscito a far tirare fuori il rospo all’avvocato Giuseppe Conte durante la trasmissione «Non è l’Arena». Ai tempi in cui Conte era Premier durante una delle telefonate con il Presidente sovietico, apprese della pubblicazione di un saggio. Il testo porta il titolo che non lascia spazio ai dubbi. «Sull’Unità storica di russi e ucraini» andato in stampa nel 2021. Si tratta di un saggio che molti hanno definito storico e che mette in chiaro la posizione di Putin.

I contenuti

Dalla traduzione disponibile in rete apprendiamo alcuni contenuti. Il documento riferisce che russi, ucraini e bielorussi appartengono ad un’unica grande Nazione da un punto di vista territoriale. Da qui l’idea di un destino comune. Viene negata del tutto l’indipendenza dell’Ucraina al punto da considerare «la formazione di uno Stato ucraino etnicamente puro e aggressivo» nei confronti della Russia. Capace addirittura di rappresentare una minaccia mediante l’uso di armi di distruzione di massa. Ancora nelle pagine «storiche» c’è esplicito riferimento al Donbass al punto che Putin avrebbe scritto che «Kiev non ha bisogno del Donbass». Inoltre tutto il Paese sarebbe di appartenenza sovietica da un punto di vista geografico. Putin avrebbe scritto che il Paese nell’antichità apparteneva alla Federazione slava del Rus’ di Kiev.

L’Occidente già sapeva? Il saggio di Putin del 2021 e la lunga telefonata con Conte in tempi non sospetti

Sull’attuale crisi, com’è risaputo, lo zar accusa l’Occidente di un complotto contro la Russia. Fin qui nulla di nuovo. La pertinenza piuttosto è nel fatto che il tutto era nell’aria, al punto da essere oggetto di un saggio che secondo molti sarebbe un testo obbligato per l’esercito russo. Una sorta di manuale con funzione motivazionale. E già dal 2014 con l’annessione della Crimea Putin avrebbe iniziato a tramare il suo secondo passo. Quello dell’Ucraina. Ci rimane solo un dubbio: se molti sapevano, perché non è stato spinto l’acceleratore sulle trattative, sul tentativo di negoziare anche se probabilmente sarebbe stato vano. Rimane la domanda se sia stato fatto un lavoro di dissuasione prima dell’escalation.

Putin allo scanner

Oggi passiamo al setaccio ogni parola proveniente dal Cremlino. Ogni movenza e ogni gesto è oggetto di analisi. C’è chi dice sia malato e affetto da ossessioni, chi ritiene sia in cura per un forte tumore. Probabilmente non c’è nulla di tutto questo, o forse sì. Il saggio di Putin del 2021 risulta una sintesi delle idee in campo. Quel che è certo, che c’è un preciso tatticismo che ha spiazzato l’Occidente. Almeno così ci è sembrato perché probabilmente molti sapevano ma non credevano possibile il passaggio dalle parole ai fatti. Una sottovalutazione che non avremmo dovuto permetterci.

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