Secondo gli economisti è questo lo stipendio da mettere da parte su una retribuzione da 1.000 o 2.000 euro per poter vivere sereni

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Eccoci giunti a maggio, un nuovo mese carico di spese da far quadrare con le risorse a disposizione. In questa sede affronteremo il discorso di come gestire il budget familiare per coprire al meglio tutte le voci di spesa, fisse, variabili e il risparmio. Secondo gli economisti è questa la quota di stipendio che dovremmo mettere da parte per il nostro risparmio.

Come gestire al meglio una retribuzione da 1.000 o 2.000 euro mensili?

Per gli esperti basterebbe attenersi in modo ferreo ad alcune semplici regole anziché cedere alla tentazione di stratagemmi particolari. Una strategia consigliata è la famosa regola del 50-30-20. In pratica tutte le entrate mensili di un nucleo familiare andrebbero gestite secondo questa semplice ripartizione:

  • il 50% delle stesse andrebbe a copertura delle spese fisse, ossia quelle che sappiamo già di dover pagare entro la fine del mese. Qui troviamo la rata del mutuo o dell’affitto, le spese condominiali, le utenze domestiche (più o meno preventivabili). Ancora, gli abbonamenti alla palestra o al proprio gestore telefonico, le spese auto (RC auto, bollo, collaudo, etc). Inoltre troviamo le tasse, le rate dei prestiti, le medicine fisse, le visite dallo specialista, etc;
  • il 30% delle entrate va destinato alle spese variabili. Qui troviamo la gita fuori porta, un paio di scarpe, una pizza con gi amici, un trucco e parrucco, una multa auto, etc;
  • il 20%, infine, andrebbe risparmiato. Dunque, secondo gli economisti è questo lo stipendio da mettere da parte per avere un cuscino di protezione in caso di necessità. Al riguardo abbiamo già visto 10 modi per mettere da parte 1.000 euro in 100 giorni.

Alcune regole per il successo della strategia

Il successo della strategia dipende dall’applicazione di alcune raccomandazioni. La prima è che il riparto delle entrate va fatto a inizio mese, anzi, all’atto stesso del loro incasso. Spesso si decide di “autogestirsi” in corso d’opera, ossia a seconda dei giorni. Questo modo di fare, però, quasi sempre porta a dilapidare lo stipendio prima del tempo o a non rispettare la quota del 20% di risparmio.

Un’altra buona norma è quella di girare la quota del risparmio in un conto ad hoc, distinto da quello su cui affluiscono le entrate. In questo modo si riduce la tentazione di prelevare i soldi destinati alla voce risparmio.

Secondo gli economisti è questo lo stipendio da mettere da parte su una retribuzione da 1.000 o 2.000 euro per poter vivere sereni

Infine è bene ricordare che si tratta di quote orientative, che si possono modulare in base alle esigenze effettive.

Se ad esempio si vive in casa con i genitori, si potrebbe ridurre la quota delle spese fisse accrescendo le spese variabili. Ad esempio si potrebbe optare per 40%-40%-20%. Quindi nel caso di una retribuzione di 1.000 euro, 200 euro al mese andrebbero risparmiati quasi in automatico. Invece nel caso di una busta paga di 2mila euro la quota del 20% potrebbe essere rivista al rialzo.

Viceversa, nel caso di uno stipendio di 1.000 euro e si vive da soli si potrebbe limare la voce risparmio e a favore delle spese fisse. È risaputo, infatti, che vivendo in autonomia e con un piccolo stipendio (ecco una possibile idea per arrotondarlo) le spese fisse incidono molto di più. E così via negli altri casi.

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