Restituirà il Bonus 200 euro all’Agenzia delle Entrate chi lo ha ricevuto ma ha sbagliato i calcoli

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Il Decreto Aiuti ha stanziato un Bonus di 200 euro per lavoratori, disoccupati e pensionati con reddito fino a 35.000 euro l’anno. Si tratta di un aiuto con il quale si intende contrastare l’aumento delle bollette di energia elettrica e gas. Bollette che, appunto, stanno rendendo difficile alle famiglie italiane arrivare a fine mese con le entrate che hanno.  Il Bonus sarà anticipato, per i lavoratori dipendenti, dal datore di lavoro e dovrebbe essere erogato con la busta paga di luglio.

Ma bisogna fare attenzione. Perchè esattamente come avviene per l’ex Bonus Renzi si corre il rischio di dover rendere indietro le somme. I datori di lavoro, infatti,  lo erogano su una presunzione.  Ma restituirà il Bonus 200 euro all’Agenzia delle Entrate chi in sede di conguaglio supera il reddito limite. Cerchiamo di vederci chiaro.

Come viene erogato?

Ha diritto al beneficio solo chi ha un reddito annuo entro i 35.000 euro. Il sostituto di imposta eroga la somma sui redditi che presume il dipendente guadagnerà. Ma attenzione visto che nella spettanza del Bonus potrebbero esserci cose di cui non si tiene conto.  Perchè l’erogazione avviene a luglio ma il reddito reale conseguito nell’anno il dipendente lo saprà solo a dicembre.

L’effettiva spettanza del Bonus, quindi, sarà verificata solo dopo che i lavoratori lo avranno ricevuto. E probabilmente anche speso. Proprio come avviene per il Bonus 100 euro in busta paga. Ma cosa potrebbe accadere? Supponiamo che ad oggi il datore di lavoro preveda che un dipendente rimanga sotto la soglia dei 35.000 euro. Ma che da qui a fine anno lo stesso lavoratore sia chiamato a fare un maggior numero di straordinari. E che per la fine dell’anno superi la soglia limite. A quel punto in sede di conguaglio il datore di lavoro dovrà trattenere i 200 euro percepiti ma non più spettanti.

Restituirà il Bonus 200 euro all’Agenzia delle Entrate chi lo ha ricevuto ma ha sbagliato i calcoli

Il fatto che la somma in questione sia riconosciuta nella busta paga dal datore di lavoro, non significa che il diritto ci sia. La spettanza sarà riconosciuta solo in sede di conguaglio IRPEF. Corre il rischio di dover restituire il Bonus, facendo un altro esempio, chi ha un doppio lavoro. Il datore di lavoro che eroga il beneficio, infatti, lo fa sui redditi che conosce.

Va sottolineato, però, che il dipendente potrebbe anche scegliere di rinunciare al Bonus in questione. Se, magari, sa per certo di superare i 35.000 euro di reddito. O se presume soltanto  di poter superare la soglia. In questo caso, però, in sede di conguaglio, qualora il diritto venga accertato, il Bonus verrebbe riconosciuto in sede di 730.

Approfondimento

Ecco perchè con il Bonus 200 euro a sorridere saranno questi cittadini e non le famiglie numerose

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