Perderà un mese di NASPI o più il lavoratore che non sta attento a 2 cose  

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La NASPI è il principale sussidio INPS per chi perde involontariamente il posto di lavoro. La NASPI è un ammortizzatore sociale che copre i periodi di disoccupazione dei lavoratori che subiscono un licenziamento, a cui scade il contratto di lavoro o che si dimettono con giusta causa. Come durata e come importi la NASPI è impostata sul quadriennio precedente se negli anni prima il diretto interessato non era già stato in disoccupazione. Per prendere tutta l’indennità spettante però bisogna fare attenzione a determinate cose. L’attenzione deve essere indirizzata innanzitutto alla data della domanda. E poi a completare l’istruttoria con un adempimento sul finire del periodo indennizzato.

Perderà un mese di NASPI il lavoratore che non sta attento a due cose

Prima di approfondire il discorso sui rischi che corrono i disoccupati che possono perdere mensilità di NASPI molto facilmente, meglio ricordare il funzionamento del sussidio per disoccupati INPS. Ha una durata massima di 24 mesi ma è pari alla metà delle settimane lavorate nei quattro anni che precedono, per esempio, il licenziamento. I periodi utili però non devono essere già stati utilizzati per precedenti indennità per disoccupati. Anche gli importi sono commisurati al lavoro svolto nei quattro anni precedenti ed in misura pari al 75% della retribuzione media lorda percepita (fino alla soglia limite prefissata però).

La domanda va fatta in fretta in questi casi

Perdere mesi di Naspi è un caso assai comune. Infatti perderà un mese di Naspi il lavoratore disattento. Basti pensare a chi non fa in tempo a sfruttare il periodo di Naspi spettante e trova lavoro stabile. La domanda di NASPI deve essere presentata entro i 68 giorni dalla perdita del lavoro. Se presentata nei primi 8 giorni la decorrenza scatta decorsi gli 8 giorni dalla data di interruzione del rapporto di lavoro. Se presentata dopo invece, la decorrenza dell’indennità scatta dalla data della domanda. Presentando domanda in prossimità dell’ultimo giorno prima di perdere il diritto (il 68imo giorno), è evidente che potrebbe assottigliarsi il periodo utile per fruire di tutti i mesi di NASPI prima di trovare lavoro.

Ciò che si perde non si recupera più

In genere l’INPS eroga di Naspi tutte le settimane indennizzate senza alcun problema. Per gli iscritti alla Gestione Separata INPS o per chi ha la Partita IVA attiva invece, l’INPS può richiedere un adempimento aggiuntivo. Si tratta della comunicazione del disoccupato riguardo la prosecuzione dello stato di disoccupazione fino all’ultimo giorno indennizzabile. Bisogna utilizzare il modello NASPI-COM. Il diretto interessato deve comunicare eventuali periodi di reddito avuti nel corso dei mesi indennizzati. Un adempimento utile affinché l’INPS possa calcolare eventuali conguagli e stabilire la reale Naspi spettante nell’ultima mensilità. E quello che il lavoratore lascia non lo si recupera più.

Bisogna ricordare che la NASPI è finanziata anche tramite soldi che il lavoratore lascia mensilmente in busta paga. È naturale che ogni giorno di NASPI perduto, se decorrono 4 anni con lavoro ininterrotto, non potranno più essere recuperati. Diverso il caso del lavoratore intermittente che può ritornare in disoccupazione l’anno successivo per esempio. In questo caso tutti i periodi di indennità maturati e non sfruttati l’anno precedente, tornano utili per il nuovo periodo indennizzabile.

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