Per chi ha i soldi in banca e vuole salvarli dall’inflazione ecco i titoli di Stato con i rendimenti più alti

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I forti ribassi delle ultime settimane hanno reso i Buoni del Tesoro poliennali molto interessanti. Il calo dei prezzi ha fatto salire di molto i rendimenti a scadenza. Oggi sui BTP più lunghi è possibile sfruttare tassi di interesse inimmaginabili solo due mesi fa. Il risparmiatore che oggi investe in questi titoli di Stato con una scadenza lunga potrebbe ottenere un buon guadagno anche in conto capitale. Attualmente quelli con i rendimenti maggiori sono le obbligazioni governative con scadenze superiori ai 10 anni, ma conviene puntare soprattutto su uno in particolare.

Il grande vantaggio dei BTP è garantire una cedola fissa ogni anno, un flusso cedolare costante su cui il risparmiatore può contare. Tuttavia la cedola fissa espone il titolo alle variazioni dei tassi di interesse sul mercato. Variazioni che poi si riflettono sui prezzi dei BTP. Queste variazioni a volte possono essere repentine e gli investitori più accorti possono sfruttare eventuali rimbalzi per guadagnare in conto capitale. Di recente i prezzi di un Buono del Tesoro poliennale in una sola settimana hanno guadagnato quanto il rendimento offerto in tre anni dalla cedola.

Rispetto a qualche mese fa oggi i rendimenti dei BTP sono molto più alti. I Buoni del Tesoro poliennale con scadenza superiore ai 10 anni sono quelli che rendono di più. Tuttavia per uno strano fenomeno del mercato un BTP a 30 anni non rende molto di più di un BTP a 10 anni. Mentre quello a 50 anni rende esattamente come quello a 30 anni. Tecnicamente questo avviene perché la curva dei rendimenti si appiattisce con scadenze superiore al decennio.

Per chi ha i soldi in banca e vuole salvarli dall’inflazione ecco i titoli di Stato con i rendimenti più alti

Al momento dell’analisi il BTP decennale con scadenza a dicembre del 2032 (Isin: IT0005494239), costa 96 centesimi. Questa obbligazione ha un rendimento netto annuo del 2,6%, se portata a scadenza. Il BTP trentennale con scadenza a settembre del 2052 (Isin: IT0005480980), al prezzo di 79 centesimi ha un rendimento netto annuo del 3,1%. Ovviamente sempre che il risparmiatore detenga il titolo fino alla scadenza. Infine il BTP cinquantennale con scadenza marzo del 2072 (Isin: IT0005441883), al momento dell’analisi ha un prezzo di 73,5 centesimi. Il suo rendimento netto annuale a scadenza è del 3,1%.

La prima cosa che si nota è che i rendimenti dei tre titoli non divergono di molto. Addirittura il rendimento tra il trentennale e quello a 50 anni, è simile. In queste condizioni di mercato dovendo scegliere tra i due, sicuramente conviene investire in quello con scadenza più vicina.

Al momento dell’analisi, il BTP decennale e il trentennale, hanno una differenza di rendimento annuo di mezzo punto percentuale a favore del secondo. Non è poca cosa. Il risparmiatore che dovesse scegliere tra i due dovrebbe fare una attenta valutazione. Ovvero se una differenza di mezzo punto percentuale all’anno possa giustificare un investimento in un titolo che ha una durata tripla.

Un particolare BTP anti inflazione

Chi ha i soldi in banca e fosse preoccupato dall’inflazione, potrebbe puntare sui BTP Italia. Questi particolari titoli di Stato offrono un ottimo rifugio per i soldi in banca attaccati dall’inflazione. L’inflazione sta mettendo a dura prova i risparmi degli italiani e alla fine di quest’anno probabilmente si attesterà a una media del 6%. Anche per il 2023 l’inflazione rimarrà alta. Puntare su un BTP Italia per proteggere i risparmi potrebbe essere una scelta intelligente.

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