Molti recruiter dicono sia fondamentale questo dettaglio che potrebbe comprometterci l’assunzione

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La ricerca del lavoro è un’impresa che spetta a ciascuno di noi almeno una volta nella vita. Perché la definiamo addirittura “’un’impresa”? Perché richiede tempo, fatica e alcuni piccoli segreti.

Un curriculum scritto correttamente, con la selezione delle competenze ed esperienze migliori, è certamente il primo step. In un precedente articolo avevamo già parlato di come redigere un buon cv, evidenziando soprattutto quanto richiesto dall’azienda per cui ci stiamo candidando. Nel dettaglio, è importante seguire alcune regole fondamentali, in modo da evitare di riportare un’accozzaglia di cose. Ciò significa che se inviamo la domanda per esperto di gestione della clientela, bisognerebbe mettere in risalto le nostre esperienze più affini.

Uno screening iniziale della nostra formazione ed esperienza professionale è fondamentale per far spiccare il nostro curriculum tra tanti altri.

Bene, ma siamo sicuri che basti questo? Noi diciamo di no e spieghiamo subito perché.

Molti recruiter dicono sia fondamentale questo dettaglio che potrebbe comprometterci l’assunzione

Non basta proprio perché abbiamo sottolineato che il cv è solo il primo di una serie di fasi di selezione ed assunzione.

Ancor prima di arrivare ad un eventuale colloquio, c’è un elemento da non sottovalutare affatto e riguarda i nostri profili social. Nell’epoca di Facebook e Instagram è impossibile credere che gli esperti di risorse umane non controllino i nostri account. Anche e solo per dare uno sguardo, una sbirciata. È per tale ragione che sarebbe il caso di evitare frasi, post e foto che denotano poca serietà. Ecco perché molti recruiter dicono sia fondamentale questo dettaglio che potrebbe comprometterci l’assunzione.

Ciascuno di noi è libero di pubblicare ciò che crede, ma bisogna anche sapere che talvolta è meglio fare attenzione. Facciamo qualche esempio.

Foto e post da evitare sui social

Innanzitutto, attenzione alla privacy dei nostri post. È preferibile selezionare la visibilità ristretta agli amici ed evitare quella pubblica. In secondo luogo, pensiamo per un momento alle foto di quando eravamo adolescenti. Come tutti i ragazzi, la spensieratezza e la leggerezza dell’età giovane, porta a pubblicare ciò che si vuole senza pensare alle conseguenze. Foto con gli amici alle feste circondati da bottiglie di alcolici, forse andavano bene a 17 anni, ma le cose cambiano in età adulta.

Allo stesso tempo, post polemici e carichi di offese potrebbero far storcere il naso ad un recruiter alla ricerca di una persona calma e pacata. Ciò non significa che non siamo affidabili e tranquilli, ma ricordiamoci di avere davanti gente che non ci conosce. Un selezionatore potrà basarsi, almeno all’inizio, solo su quello che vede ed ecco perché è fondamentale fare attenzione alle nostre pubblicazioni.

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