La coppia Caltagirone-Del Vecchio vuole smontare i piani francesi su Generali

Generali-Assicurazioni

Attenti a quei due, la coppia d’assi Caltagirone-Del Vecchio, che hanno unito le forze per difendere e svecchiare una delle più vecchie navi ammiraglie di Piazza Affari, le Assicurazioni Generali. Ma la difesa e il rinnovamento del Leone di Trieste passano per la defenestrazione dell’attuale CEO, Philippe Donnet. L’obiettivo dei due è, dunque, arrivare vittoriosi all’assemblea di aprile 2022. Donnet, sarebbe reo sospetto di voler far entrare direttamente dalla porta i competitors: i francesi di Axa. Dunque il duo italiano deve fare presto. Ecco cosa sta succedendo oggi  a Piazza Affari dopo una lunga estate di manovre sottoterra. La Redazione Attualità di ProiezionidiBorsa segue da vicino i nuovi sviluppi di questo dissidio che si consumava da tempo.

Tutti pazzi per il Leone

La coppia Caltagirone-Del Vecchio vuole ‘smontare’ i piani francesi su Generali. Il titolo del Leone, infiammato dai rumors chiude la giornata a Piazza Affari a 17,65 euro, non troppo lontano dal suo prezzo massimo a 17,7 euro. Il 18 ottobre il gruppo triestino staccherà ai soci un dividendo pari a 0,86 euro per azione. Ma è chiaro che i piccoli investitori sono ingolositi più dalle cifre che sono disposti a pagare per le azioni Generali e per quelle Mediobanca tutti i nuovi acquirenti che parteciperanno in vario modo alla tenzone nelle prossime settimane. Soprattutto vista la notizia uscita oggi pomeriggio.

Del Vecchio rastrella a vista

Del Vecchio in queste ore rastrella azioni a più non posso, ha ufficializzato la sua salita al 5,003% in Generali Assicurazioni. Venerdì scorso ha acquistato tramite Delfin 1.089.746 azioni della compagnia assicurativa in dieci distinte operazioni. La mossa di oggi risulta ancora più a sorpresa, visto che domani si riunisce il comitato nomine del gruppo. La riunione ufficialmente dovrà testare la disponibilità del manager francese a un rinnovo dl mandato. Si preparano, insomma, i cannoni per il 27 settembre, data in cui si capirà quante sono le liste dei candidati.

Paso doble all’italiana

Caltagirone, nella coppia di finanziari all’assalto, pare il più deciso a far sì che Generali rimanga in mani italiane e cresca per linee esterne. Le operazioni di acquisizione concluse di recente dal Leone su Cattolica e Axa Malesia sarebbero briciole a confronto di quello che avrebbe in mente lui. Intanto, lavora alla ricerca di mani amiche. Invece Del Vecchio sembra meno disposto ad aspettare troppo per partire con la nuova mission. Dunque muove principalmente le mani proprie. In meno di due anni è diventato il primo azionista di Mediobanca, con il 19%. Nei giorni scorsi ha accelerato lo shopping di azioni Generali, pare pure poco allettato dalle opzioni. L’ultimo boccone l’ha realizzato spezzettando in dieci distinte operazioni.

Donnet alza le barricate

Intanto il CEO Donnet, spalleggiato da Mediobanca vale a dire Alberto Nagel,  alza le barricate e si fa forte dei risultati.  Vale a dire una gestione poco pirotecnica ma redditizia: una crescita pari a +57% per il prezzo del titolo Generali dal 2016 ad oggi (vale a dire dalla presentazione del piano industriale). Ma anche il ritorno per gli azionisti, che ha toccato il 103%. Chi ha investito in altri gruppi assicurativi, nello stesso periodo di tempo ha portato a casa non più del 20% di crescita.

La coppia Caltagirone-Del Vecchio vuole smontare i piani francesi su Generali

Ma non è questa la sua qualità migliore come CEO, dicono all’Hotel de Paris (che non è a Parigi). È l’aver portato 60 miliardi di euro di Btp nella cassaforte del Leone. Questa dote renderebbe Generali molto interessante per l’Esecutivo francese. Perché se la Francia, una volta sparita di scena la Merkel dalla Germania, volesse proporsi alla guida delle sorti dell’Europa, lo potrebbe fare in un solo modo. Essendo creditore di altri Stati. Avendo il controllo di molti titoli pubblici, attraverso le sue insegne nel credito e nelle assicurazioni. Specie di quelle che non brillano dal punto di vista dei conti.

Lei non sa chi siamo noi

Le banche francesi già detengono 285 miliardi dei nostri Btp. Una zampata su altri 60 miliardi grazie alle azioni del Leone sarebbe la mossa giusta per la Francia. Per far capire anche ad altri Stati chi comanda. Per frenare prima possibile ogni desiderio di leadership europea. Quelli che potrebbero candidarsi per guidare la UE che serra i ranghi e si dota di un esercito, si contano sulle dita di una mano. E fra questi c’è  nostro premier, Mario Draghi. Bisogna, insomma, fargli  mollare l’osso con un avvertimento perché annunci di accettare di buon grado di trasferirsi in un posto solo, al Quirinale.

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