La classifica delle razze di gatto più socievoli con l’uomo: a dirlo è la scienza e gli ultimi posti sono una vera sorpresa

La classifica delle razze di gatto più socievoli

Spesso si considerano i gatti come animali solitari, diffidenti ed egoisti. Un luogo comune smentito da qualunque proprietario di un gatto. Assodato che tali pregiudizi risultano perlopiù esagerati, non si può negare che ogni gatto abbia una propria personalità. A incidere su quest’ultima, e su altre caratteristiche, sarebbe anche la razza, a dirlo è uno studio finlandese. Se ne ricava che alcuni gatti sarebbero più socievoli di altri. Andiamo a scoprire in quale posto della classifica si piazza il nostro.

Uno studio del Dipartimento di bioscienze veterinarie di Helsinki, pubblicato sulla rivista MDPI, avrebbe indagato i comportamenti e la personalità dei gatti. I felini coinvolti sarebbero stati più di 4.300. Avrebbero raccolto i dati attraverso un questionario online sottoposto ai proprietari.

Oggetto dell’investigazione diversi aspetti, tra cui la socialità verso gli umani. Un fattore che indubbiamente ci interessa particolarmente, perché caratterizzerà il nostro rapporto con il gatto. Ci aiuterà inoltre a conoscerlo e comprendere meglio i suoi atteggiamenti che spesso fraintendiamo, come ad esempio quando si mette a pancia in su.

La classifica delle razze di gatto più socievoli secondo la scienza

I risultati ottenuti evidenzierebbero come gli appartenenti ad alcune razze condividano medesime caratteristiche, anche per quanto riguarda il rapporto con gli esseri umani. Nello stilare la classifica gli studiosi hanno inteso quale maggiore socievolezza i richiami, la ricerca di contatto, le fusa e le reazioni alla separazione e all’addestramento. Al primo posto si collocano il Siamese e il Balinese, che risultano in assoluto i più socievoli. Si tratta di due razze imparentate, infatti il Balinese discenderebbe dal Siamese e sarebbe una versione dello stesso a pelo lungo.

Ad aggiudicarsi il secondo posto il Burmese, gatto dai grandi occhi e dal pelo raso e sfumato. Terzo posto per il gruppo Orientale, che include la razza Orientale, lo Snowshoe, il Seychellois e l’Himalayano, appartenenti alla medesima famiglia. Quarto posto per il gatto Siberiano e per il Neva Masquerade. Entrambi sono Siberiani, gattoni possenti dal pelo lungo. Il secondo però ha una colorazione point.

Il gatto Somalo dalle orecchie appuntite e la coda vaporosa, che lo fanno assomigliare a una volpe, si colloca al quinto posto. A seguire, rispettivamente, i gatti autoctoni finlandesi senza razza a pelo lungo, il gatto D’Angora Turco, l’Abissinogatti di razza mista o discendenti da una razza.

Verso gli ultimi posti

Al decimo posto lo Sphynx e il Devon Rex, seguiti dal Korat, dal Cornish Rex e dai gatti autoctoni senza razza a pelo corto. Proprio a metà classifica si colloca il Ragdoll, considerato solitamente tra i più coccolosi. Nella parte inferiore, in quest’ordine: il Blu di Russia, il Gatto delle foreste norvegesi, il Bengala, il Maine Coon, il Turco Van, l’Ocicat, razze non raggruppabili. Giungiamo quindi agli ultimi 5, un gruppo che si apre con il Gatto Sacro di Birmania seguito dal British.

Al terzultimo posto si piazza l’American Curl. A sorpresa al penultimo posto si trova uno dei mici più diffusi nelle nostre case: l’Europeo o gatto comune. Presenta diverse colorazioni, incluse quelle tigrate o rosse. Inatteso anche l’ultimo posto, in cui si trova uno dei gatti dalle espressioni più buffe e simpatiche, il Persiano. Ecco, quindi, la classifica delle razze di gatto più socievoli e meno. Ora potremmo conoscere meglio il nostro amico e orientarci anche qualora volessimo adottarne uno, considerando ovviamente anche altri aspetti, quale il costo per mantenerlo.

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