Ecco se al figlio maggiorenne che non cerca lavoro spetta il mantenimento

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Tra le questioni più discusse nei Tribunali ci sono sicuramente quelle riguardanti gli obblighi di mantenimento. Oltretutto spesso, queste questioni si collegano a situazioni ancora più complesse. Di solito, infatti, si discute dell’obbligo di mantenimento per i figli quando cessa il matrimonio. Accanto a questo, sorgono anche problemi legati all’attribuzione della casa familiare, o alla quantificazione dell’assegno di separazione o divorzio, secondo i principi stabiliti dal codice civile. Si tratta, dunque, di una materia molto complessa, perché si intrecciano questioni personali ed economiche in maniera molto stretta.

E, allora, devono intervenire i giudici a risolvere i problemi e le incomprensioni che si presentano. Ad esempio, la Cassazione ha spiegato se l’attribuzione della casa familiare condizioni la spettanza o la quantificazione dell’assegno di mantenimento. I giudici hanno chiarito che le due questioni devono rimanere separate. Infatti, la spettanza dell’assegno di mantenimento dipende da fattori legati alla contribuzione del coniuge alla vita familiare. Mentre l’attribuzione della casa coniugale guarda all’interesse dei figli. Dunque, il Tribunale deve analizzare le due domande in modo separato.

L’assegno di mantenimento

Un’altra questione estremamente discussa riguarda fino a quando spetta l’assegno di mantenimento ai figli da parte dei genitori. Come noto, sia la Costituzione che il codice civile obbligano i genitori ad educare e mantenere i propri figli. Quest’obbligo tra l’altro sussiste a prescindere dalla relazione tra i genitori. Non importa, cioè, se siano sposati, separati, divorziati oppure non abbiano mai avuto vincoli di legge. L’importante è la relazione di sangue con il figlio. Se sussiste il legame biologico scatta il dovere di mantenimento per entrambi. Il codice civile non stabilisce, però, quando questo obbligo si interrompa. è intervenuta la giurisprudenza a chiarire fino a quando i genitori debbano mantenere i figli. Allora, ecco se al figlio maggiorenne che non cerca lavoro spetti il mantenimento secondo la Cassazione, sentenza 22314 del 2017.

Il caso esaminato dai giudici era quello di una figlia di 35 anni. Questa aveva abbandonato gli studi e deciso di non cercare alcuna occupazione, seppure non avesse alcun impedimento di tipo fisco o mentale. La Cassazione è piuttosto costante nel ritenere che l’obbligo di mantenimento dei genitori cessa al ricorrere di due situazioni. La prima si verifica, in modo fisiologico, quando il figlio raggiunge l’indipendenza economica, cioè trova un lavoro stabile e non necessita dell’aiuto dei genitori. La seconda condizione ricorre, invece, quando il figlio, pur avendo terminato gli studi oppure non avendoli effettuati, non si attiva per trovare un lavoro.

Ecco se al figlio maggiorenne che non cerca lavoro spetta il mantenimento

Secondo la Cassazione anche la pretesa del figlio di trovare un impiego compatibile con i propri studi, può durare solo per un breve periodo. Se il figlio, dopo avere completato il percorso universitario e specialistico, non riesca, comunque, a trovare un impiego adeguato, dovrà accontentarsi di ciò che gli capita. Potendo, comunque, continuare a studiare ma mantenendosi con le proprie finanze. Questo ragionamento, secondo la Cassazione, vale a maggior ragione, per quei ragazzi che non cercano alcun impiego. Dunque, la totale inattività dei figli maggiorenni, secondo la Cassazione, determina la fine dell’obbligo di mantenimento da parte dei genitori.

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In questo caso termina l’obbligo di pagare l’assegno di mantenimento figli

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