Ecco quando si può pagare meno IMU utilizzando questa agevolazione sull’imposta

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L’imposta sugli immobili rappresenta una delle tasse più scomode che moltissimi contribuenti pagano ogni anno. Sebbene i più recenti provvedimenti governativi, in risposta alla crisi, abbiano esonerato o ridotto gli importi per alcune categorie, molte altre continuano regolarmente a pagare. In questi casi, è bene ricordare che esistono dei casi di esonero totale o parziale come prevede la legge e non si tratta di casi di eccezione. Per non corrispondere più di quanto dovuto, è quanto mai utile conoscere di cosa si tratta e quando è possibile applicare la normativa. Ecco quando si può pagare meno IMU utilizzando questa agevolazione sull’imposta come vedremo nel seguente approfondimento.

Cosa stabilisce la legge

In questo periodo storico particolare alcuni provvedimenti del Governo hanno riguardato anche la riduzione di alcune imposte. Un esempio è quello presente nel decreto MEF del 30 settembre 2021 che prevede la restituzione delle quote IMU per molti contribuenti. Ne abbiamo illustrato i dettagli spiegando che arriva il rimborso delle rate IMU per tutti i proprietari di casa che ne fanno domanda. Alle misure temporanee, se ne affiancano altre che invece fanno capo a posizioni legislative ormai consolidate. Lo ha recentemente spiegato il MEF per mezzo della circolare n. 1/DF del 18 marzo 2020 e ne abbiamo illustrato i dettagli nell’articolo: “Chi ha figli non deve pagare l’IMU sulla casa in queste situazioni e gode dell’esenzione”. In tema di riduzione dell’imposta una ulteriore e vantaggiosa esenzione parziale giunge nel caso in cui il contratto di locazione dell’immobile abbia determinate particolarità.

Ecco quando si può pagare meno IMU utilizzando questa agevolazione sull’imposta

Il proprietario di seconda casa che conceda l’immobile in comodato d’uso gratuito con regolare contratto paga l’IMU la metà, ossia riceve uno sconto del 50%. Attenzione, però, ai paletti che ci sono relativamente al soggetto comodatario e al proprietario. Il primo aspetto da ricordare è che il contratto di comodato gratuito si può stipulare solo tra parenti in linea retta ed entro il primo grado. Quando si parla di “comodato” è utile consultare l’articolo 1803 del codice civile che ne definisce i termini e ricordare che richiede regolare registrazione.

La Legge n. 208/2015 ha modificato la normativa sul comodato gratuito IMU ed ha fissato nuovi termini in merito. Salvo ulteriori e future modifiche, l’attuale legislazione prevede alcuni limiti per la concessione del comodato gratuito e la conseguente esenzione parziale IMU. Per prima cosa il proprietario deve possedere al massimo due immobili nello stesso Comune in cui si vuole stipulare l’atto di comodato ai fini IMU. Questo già esclude i proprietari di più di tre abitazioni anche in Comuni differenti. Inoltre, il proprietario deve essere residente nello stesso Comune che interessa il comodato gratuito. Si escludono dalla riduzione gli immobili cosiddetti “di lusso” che appartengono alle categorie A1, A8 e A9. Per quanto riguarda il comodatario, egli deve usufruire dell’immobile come abitazione principale.

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