Depositare soldi sul conto corrente cointestato fa scattare la donazione al coniuge o familiare in questi casi

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Spesso accade che i risparmi del proprio lavoro si accumulino sul conto corrente, strumento finanziario che ormai quasi tutti possiedono presso un istituto di credito. Come sappiamo, esistono diverse formule e tipologie di conto corrente che cercano nei vari modi di rispondere alle esigenze dei risparmiatori. Ci sono conti correnti che prevedono dei vincoli sul deposito delle quote. Altri invece si servono della cointestazione con la moglie, il marito o con un familiare. Ciascuna soluzione comporta l’applicazione di alcune norme e vincoli che è bene conoscere per operare una scelta consapevole. Ad esempio, depositare soldi sul conto corrente cointestato fa scattare la donazione al coniuge o familiare in questi casi che analizziamo di seguito.

Come modificare il conto corrente cointestato

In alcune famiglie la scelta di un conto corrente cointestato può seguire ragioni di utilità e risparmio. Il possesso di un conto corrente, infatti, comporta delle spese che a volte si preferisce non sostenere in maniera raddoppiata. Tuttavia, ciò non esclude la possibilità di mutare di opinione nel corso del tempo a apportare delle modifiche al contratto. In un precedente articolo abbiamo infatti spiegato come togliere il nome dal conto corrente cointestato senza chiuderlo. Se invece si intende definitivamente sciogliere il contratto, è utile sapere chi può chiudere un conto corrente cointestato. Oltre alle modifiche, la domanda che spesso molte persone si pongono è come funzioni la divisione dei depositi su una simile tipologia di contratto.

Depositare soldi sul conto corrente cointestato fa scattare la donazione al coniuge o familiare in questi casi

Ipotizziamo il caso di un contribuente che lavori e depositi i propri risparmi sul conto cointestato con moglie, marito o con un figlio. In simili circostanze potrebbe accadere che le quote versate da uno diventino automaticamente anche di proprietà del cointestatario per metà? Le somme versate sul conto cointestato con firma e disponibilità disgiunte possono configurarsi come donazione indiretta solo quando si attesta lo spirito di liberalità. Ciò significa che l’azione del deposito da parte di uno dei due cointestatari, in qualità di donante, produce un arricchimento del destinatario.

Ciò avviene quando si attesta la presenza del cosiddetto animus donandi, per cui i depositi appartenuti dell’uno seguono come unico scopo quello della liberalità. È quanto ha rimarcato la sentenza n. 1 del Tribunale di Lucca del 02 gennaio 2019. nelle donazioni indirette, dunque, l’intenzione di donare deve emergere dalle circostanze che definiscono di caso in caso l’intenzionalità del donante. In base a quanto stabilisce l’articolo 782 del codice civile, la donazione indiretta non prevede l’esecuzione di un atto pubblico. Ciò significa che il denaro depositato su un simile conto non può subire tassazione come atto di liberalità. Questo è quanto prevede l’ex articolo 56-bis del D. Lgs. n. 346/1990. Laddove si attestino questi elementi, allora è possibile considerare i depositi sul conto cointestato come donazione indiretta.

Approfondimento

Sembra incredibile ma i soldi sul conto corrente con delega sono a rischio anche in questi casi

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