Cosa sarebbe meglio non mangiare con la sindrome del colon irritabile

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Potrebbe essere capitato a molti di sentirsi dire dal medico di avere la sindrome del colon irritabile. Un’espressione di cui si sente spesso parlare, ma di cui si ignorano gli effetti fino a quando non li si sperimenta in prima persona. La buona notizia è che per limitare i disagi potrebbe essere sufficiente mettere a punto degli accorgimenti a tavola. O quantomeno si può dare una grande mano all’organismo.

Cosa sarebbe meglio non mangiare con la sindrome del colon irritabile

Si stima che una persona su 10 potrebbe avere a che fare con i problemi del colon irritabile (o intestino irritabile, come sarebbe più giusto chiamarla, secondo la definizione moderna). Sarebbero più colpite le donne e riguarderebbe maggiormente le fasce di popolazione tra i 20 ed i 50 anni. Si manifesta con diarrea, stitichezza o con entrambe le cose. Per la diagnosi serve, ovviamente, rivolgersi ad un professionista. In alcuni casi questi, come trattamento, suggerisce delle modifiche nella dieta. Accade principalmente quando il paziente lamenta dei sintomi precisi. Ad esempio il gonfiore addominale e il meteorismo.

I cibi e le abitudini da evitare con il colon irritabile

Cosa sarebbe meglio non mangiare nel caso venga confermata dallo specialista la sindrome del colon irritabile? Secondo quanto riporta il sito dell’Humanitas, quegli alimenti che potrebbero generare una fermentazione. Fanno parte di questo gruppo, ad esempio, le bevande gassate, ma anche le verdure a foglia larga. In questa gamma rientra, ad esempio, la lattuga. Attenzione, inoltre, ad ortaggi come cavolfiore, piselli, broccoli e ai legumi. Tra le pratiche che potrebbero non migliorare la situazione, ma anzi peggiorarla, c’è l’abitudine a tenere in bocca la gomma da masticare. La frutta, inoltre, andrebbe preferibilmente consumata lontano dai pasti. Tuttavia, per avere un indirizzo giusto sul modus operandi è necessario rivolgersi ad un medico.

L’importanza dell’alimentazione per salvaguardare il benessere

Ancora una volta, dunque, si conferma il fatto che anche l’alimentazione possa diventare una sorta di terapia. Mangiando “bene” non solo si resta in forma, ma si aumentano le possibilità di avere successo nella ricerca del proprio benessere. E mangiare “bene” in alcuni casi può voler dire sapere che ci sono delle situazioni in cui anche dei cibi, che generalmente sono benefici, potrebbero dare qualche noia.

Il consiglio è perciò di scegliere sempre un’alimentazione sana ed equilibrata. Possibilmente facendosi seguire da un esperto, possibilità che diventa praticamente un obbligo nel momento in cui si devono affrontare delle situazioni patologiche. E anche per raggiungere il peso forma, più che commettere l’errore di pesarsi nei momenti meno opportuni, sarebbe meglio concentrarsi sul mangiare bene.

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