Come si fa a riconoscere un olio extravergine d’oliva contraffatto e come evitare di sbagliare acquisto 

olio

Una eccellenza italiana è senza dubbio l’olio. Il nostro Paese è uno dei principali produttori di olio extravergine di oliva. E dal punto di vista della qualità ci sono pochi dubbi sulla bontà del prodotto. In giro però circolano bottiglie di olio contraffatto. Olio che viene venduto come italiano ma non lo è. Ed a volte non è nemmeno extravergine. Il problema della contraffazione di prodotti tipici del Made in Italy è datato. E sull’olio torna di attualità per via di “verum et oleum”, recente operazione della Guardia di Finanza. Riconoscere in olio contraffatto però è facile, grazie ad alcuni suggerimenti che possono tornare utili.

Come si fa a riconoscere un olio extravergine d’oliva contraffatto e come evitare di sbagliare acquisto

Chi compra olio extravergine di oliva italiano sceglie la qualità del prodotto anche a costo di pagarlo di più. Senza entrare nel merito delle proprietà di olio italiano o estero, che possono essere l’uno migliore dell’altro e viceversa, è evidente che il problema è serio. Sfruttando il fatto che l’olio italiano sia richiesto, spesso si cerca di far passare per italiano in prodotto che non lo è. Le normative sono rigide al riguardo, tanto è vero che si cercano stratagemmi per celare la reale provenienza dell’olio. In altri termini c’è chi sfrutta la distrazione dell’acquirente. La GDF ha scoperto che sul mercato, ogni 40 bottiglie di olio extravergine di oliva italiano, 10 sono contraffatte.

Come riconoscere l’originale italiano

Dopo l’operazione delle Fiamme Gialle anche le associazioni di categoria hanno provveduto a pubblicizzare dei vademecum utili a evitare errori in sede di acquisto. Consigli utili per gli acquirenti dell’olio extravergine d’oliva. I numeri sono eloquenti. Oltre 540 milioni di litri di olio arriva in Italia dall’estero. Nonostante la grande produzione italiana, l’80% del mercato è di importazione. Nulla di illecito, perché nulla vieta questo import. È vietato, però, farlo passare per olio italiano. E si adottano pratiche scorrette che vanno a confondere gli acquirenti. La UE ha stabilito che le bottiglie in vendita devono riportare le informazioni sulla provenienza del prodotto. Questo non vale solo per l’olio ma vale anche per tanti altri prodotti alimentari sia italiani che esteri.

Per l’olio, sulla bottiglia e quindi nell’etichetta deve essere riportato che il prodotto nasce da miscele di oli di oliva comunitari, non comunitari o in mix tra i due. Se le scritte non compaiono la bottiglia è illegale. Spesso però si ovvia a questo problema riportando le scritte in maniera talmente piccola che gli acquirenti hanno difficoltà concrete a notarle. Oppure vengono celate con particolari giochi di colori o immagini che mirano a renderle impercettibili a prima vista. Pratiche scorrette dicevamo, non illegali ma che ingannano. Altri suggerimenti sul come si fa a riconoscere un olio buono, riguardano il prodotto. L’olio deve essere giallo oro o verde smeraldo, colori che si attenuano per quello extravergine. L’etichetta inoltre deve riportare il marchio DOP con indicazione della tipologia di oliva, con i dati del produttore o la tipologia di raccolta.

Approfondimento 

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