Come investire 10.000 euro in banca e guadagnare il 4% netto per 13 anni

risparmio

Gli attuali rendimenti di mercato delle obbligazioni di Stato offrono spunti di riflessione per diverse categorie di risparmiatori. Pensiamo a quelli avversi al rischio, che puntano principalmente al rimborso integrale del capitale a scadenza. Per chi invece vuol essere sicuro del ritorno del capitale anche prima del termine, meglio orientarsi verso i buoni postali.

Oppure consideriamo gli investitori sul reddito fisso che mirano a mantenere intatto il valore reale dei risparmi nel tempo.

Ancora, pensiamo ai cassettisti, gli investitori in titoli e/o bond di lungo periodo che non effettuano operazioni speculative di breve termine. Infine, consideriamo chi è alla ricerca di soluzioni di bilanciamento su portafogli già esposti al capitale a rischio.

A prescindere dalla propria finalità, oggi è possibile conseguire un discreto guadagno nominale sul reddito fisso anche senza esporsi sulle lunghe scadenze. Al riguardo vediamo come investire 10.000 euro in banca e guadagnare il 4% fino al 2035.

Quali sono gli investimenti a basso rischio sul reddito fisso

Premesso che il rischio zero quasi mai esiste sui mercati, vediamo alcuni dei prodotti di investimento a capitale garantito. Un concetto che può essere riferito tanto a scadenza dell’investimento quanto nel corso dell’intera vita del prodotto. Inoltre, ricordiamo che di norma il rendimento sale quando il rischio percepito dal mercato tende ad aumentare.

Ora, oltre alle obbligazioni (governative e corporate, ma solo a scadenza e salvo default dell’emittente) troviamo i conti deposito e i buoni fruttiferi. Poi citiamo ad esempio le polizze di investimento a capitale garantito.

Più in generale, per investire in sicurezza occorre diversificare il più possibile e adottare un’adeguata strategia di gestione del rischio.

Vediamo come investire 10.000 euro in banca e guadagnare il 4% fino al lontano 2035

Consideriamo un titolo di Stato emesso poco più di un mese fa, precisamente il 9 di settembre. Il riferimento è al BTP green con codice ISIN IT0005508590, diverso dal primo bond della stessa famiglia emesso il 3 marzo 2021.

Una differenza che si scorge ampiamente nella cedola lorda offerta dai due prodotti. Il primo fu infatti emesso in un’epoca in cui i tassi erano al lumicino. Infatti, il Tesoro propose ai sottoscrittori una cedola lorda annua dell’1,50% malgrado la lunga durata (scadenza aprile 2045). Il mese scorso, in piena stagione di rialzi dei tassi, il MEF ha dovuto offrire il 4% di interesse lordo per attrarre capitali sul suo debito. Non solo, ma il bond prevede anche una durata molto più corta, fissata al 30 aprile 2035.

Il titolo stacca quindi 2 cedole semestrali annue del 2,00% lordo (1,75% netto) alla data del 30 ottobre e 30 aprile di ogni anno, fino a scadenza. Tuttavia, venerdì il titolo ha chiuso le contrattazioni a 93,13 centesimi, per un rendimento effettivo netto annuo intorno al 4,20%.

Protezione del capitale e rendimento a scadenza

Non abbiamo la sfera di cristallo per spingerci a dire come si comporteranno i mercati nei prossimi 12 anni e mezzo (la durata residua del BTP green 2035). Tuttavia, se facciamo riferimento all’inflazione target di lungo periodo della BCE (2%) il risultato finale di questo titolo non è poi così male.

Almeno in teoria, infatti, il bond dovrebbe consentire di proteggere i soldi dal futuro carovita. Inoltre, potrebbe garantire anche un minimo di ritorno reale positivo. Questo nel caso in cui l’inflazione media futura di lungo periodo dovesse attestarsi intorno alla soglia obiettivo della Banca Centrale Europea.

Lettura consigliata

Quanto rendono 5.000 euro in titoli di Stato o conto deposito a 3 e 5 anni

Consigliati per te