Chi è che guida le nostre scelte di vita se la mente ménte?  

mente

Una metafora che ci fa capire chi è che guida le nostre scelte di vita se la mente ménte.

Sarà capitato a tutti d’imbattersi, almeno una volta, nella frase secondo cui “la mente mènte”. Davvero un bello smacco per noi figli della generazione ipertecnologica, dove tutto sembra ruotare attorno ad algoritmi e raffinati sistemi di calcolo. Eppure, dinnanzi a certe scelte fondamentali della nostra vita, la ragione spesso si rivela una cattiva consigliera. Ne sanno più di qualcosa le donne, campionesse del cosiddetto sesto senso. Ancora una volta bisogna rimarcare che i cinque sensi non sono sufficienti, ma si deve andare in cerca di quel quid che ci fa prendere la strada che si rivelerà giusta per noi. E qui spesso la ragione non c’entra proprio nulla. Cos’è allora che si mette in moto dentro di noi? O meglio ancora, chi è che guida le nostre scelte di vita se la mente mènte?

La metafora della carrozza

Per dirla con la celebre “metafora della carrozza” di Gurdjieff, l’essere umano può essere paragonato ad un veicolo destinato al trasporto di un passeggero. Quindi, se il corpo rappresenta la carrozza, i cavalli sono le emozioni, e il cocchiere che tiene le redini dei cavalli è la mente. Un’efficace simbologia per dare il giusto posto alle varie realtà che albergano in ciascuno di noi. Per cui, se la mente mènte, e quindi ci inganna quanto a direzione da prendere, la carrozza (corpo) viene guidata dai cavalli (emozioni). Ma come ben si sa, le emozioni possono prendere il sopravvento, e trainarci in modo sfrenato verso non ben precisate direzioni. Chi guida allora questa carrozza (corpo)? Perché se la carrozza ha quattro ruote ed è trainata da più cavalli, sarà alquanto improbabile che possa starsene immobile.

Il pilota automatico

Con il ricorso a questa metafora, Gurdjieff ha voluto introdurre anche il concetto di pilota automatico.  Sono dunque piloti automatici sia le nostre emozioni che la nostra mente. Del resto come dargli torto? Sarà capitato a tutti di vedere dove si dirigono gli sguardi degli uomini quando passa una bella donna. E questo a dispetto anche dei dialoghi sui massimi sistemi eventualmente in corso. E’ come se si inserisse una sorta di pilota automatico che prende il sopravvento e nonostante proseguano nella loro conversazione, la testa si volge verso tutt’altre direzioni. Una vera e propria scissione tra corpo e mente. Ma questi giochetti possono essere azionati anche dalla mente. Si pensi a quando, ad esempio, ci irretisce in una serie di pensieri a spirale, con i quali tenta di convincerci di qualcosa.

O anche quando si diventa preda di pensieri che ci assorbono, così tanto, da farci dimenticare cosa stiamo facendo. Alzi la mano chi non si è messo alla guida e poi si è ritrovato a destinazione, senza nemmeno sapere come. Tutto è avvenuto in maniera così automatica, mentre la mente vagava in chissà quali spazi. Oppure pensiamo anche agli inganni mentali che ci fanno prendere dei veri e propri abbagli sulle persone. Per cui quel tipo che sembrava avere tutte le carte in regola, poi si rivela una persona assolutamente incompatibile con noi. Mentre quello a cui non si era disposti a dare un soldo di fiducia, diventa un validissimo punto di riferimento. 

Il pilota interiore     

E ora, dopo gli ultimi passaggi più contemporanei, torniamo a Gurdjieff. Il punto di svolta che viene suggerito sta proprio sul passeggero che siede all’interno della carrozza (corpo fisico). Un simbolo che può associarsi alla coscienza. Sarà dunque il passeggero (coscienza), secondo Gurdjieff a dire al cocchiere dove andare. Basterà dunque la voce del passeggero a suggerire al cocchiere la direzione da prendere. Per cui, una volta instradato, il cocchiere sarà in grado di prendere in mano le redini e guidare i cavalli nella direzione desiderata dal passeggero. Una metafora che la dice lunga su tante cose, ma che implica un percorso di crescita personale tutt’altro che banale. Ecco quindi chi è che guida le nostre scelte di vita se la mente ménte, secondo Gurdjieff.

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