Cattive notizie per la futura pensione se un lavoratore ha queste irregolarità con l’INPS

INPS

Dopo svariati anni di lavoro il sogno di molti è potere andare in pensione. Ma questo sogno potrebbe essere incrinato dalla presenza di irregolarità con l’INPS. Non è raro che un lavoratore possa avere dei debiti nei confronti dell’istituto pensionistico. Ma chi ha debiti con l’INPS può comunque andare in pensione? E in caso positivo a quali condizioni può ricevere l’assegno sociale? Scopriamolo in questo articolo.

Cattive notizie per la futura pensione se un lavoratore ha queste irregolarità con l’INPS

Non è infrequente che si possano verificare delle situazioni in cui il lavoratore ha dei debiti nei confronti dell’INPS. Ma come si può arrivare ad avere delle pendenze economiche con l’istituto pensionistico? In genere un lavoratore accumula dei debiti con l’INPS per versamenti non effettuati. Ritardi nei versamenti dei contributi previdenziali obbligatori, creano dei debiti con l’istituto nazionale delle pensioni.

Se il contributo non viene pagato entro 30 giorni, scatta una sanzione del 30% e viene emessa una cartella esattoriale.

Ricordiamo che il contribuente che ha un debito può dilazionare l’importo da pagare e quindi può rateizzare i contributi scaduti. Se il lavoratore non paga il problema sorge nel momento in cui va in pensione. E qui il nodo viene al pettine. Ci sono cattive notizie per la futura pensione se un lavoratore ha queste irregolarità con l’INPS.

Cosa accade alla pensione in caso di debito

Chi ha debiti con l’INPS, una volta erogata la pensione scatta il pignoramento. Quindi la pensione viene erogata ma il Fisco si rifà sulla cifra che viene girata al pensionato. Tuttavia questo pignoramento ha delle regole precise. L’INPS applicherà un sequestro uguale al quinto della pensione e questo fino all’esaurimento del debito. Ma se ricorrono delle condizioni particolari, l’istituto pensionistico non potrà applicare il pignoramento. Infatti il pignoramento della pensione può avvenire solo sulla parte eccedente che lo Stato considera necessaria per vivere. Il pignoramento del 20% si applica solamente sulla parte eccedente il reddito minimo. Ma se la pensione è inferiore o uguale a questo importo minimo, il pignoramento non potrà avvenire.

Lo Stato ha definito per il 2021 che 460 euro al mese sono il minimo vitale. L’assegno sociale è esattamente pari a questa cifra. L’INPS non può pignorare una pensione di importo pari all’assegno sociale minimo. Quindi in caso di pensione bassa il debito non risulta estinto ma il pensionato avrà diritto alla pensione. Sempre che ricorrano gli estremi.

Ricordiamo che con le leggi vigenti si può andare in pensione a 67 anni con almeno 20 anni di contributi pagati. Se non si hanno 20 anni di contributi, un lavoratore può andare in pensione a 71 anni con almeno 5 anni di contributi. Ma ci possono essere anche delle scorciatoie. Queste sono le 2 strade per l’uscita più veloce dal lavoro e una pensione anticipata. Mentre in questo articolo si indica come si può avere subito la pensione di vecchiaia o quella anticipata contributiva.

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