Le 2 strade per l’uscita più veloce dal lavoro e una pensione anticipata

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Uno dei nodi da scogliere per il Governo è quello delle pensioni. A fine anno scadrà la cosiddetta Quota 100, che permette di andare in pensione con almeno 62 anni d’età e 38 di contributi. Chi non riuscirà ad usufruirne di questo provvedimento entro la fine dell’anno, da gennaio dovrà attendere i 67 anni per andare in pensione.

Il Governo è al lavoro per attenuare questo scalone. Una delle vie possibili è quella del prolungamento della pace contributiva. Questa, in vigore in via sperimentale nel triennio 2019-2021, in teoria a fine dicembre dovrebbe terminare. A meno che non intervenga il Governo per prolungarla. Ad oggi sono due le forme per avvicinarsi al traguardo della pensione. Vediamo quali sono.

Le 2 strade per l’uscita più veloce dal lavoro e una pensione anticipata

Quota 100 permette ai lavoratori di andare in pensione anticipata purché abbiamo maturato almeno 38 anni di contributi e abbiamo almeno 62 anni. Questo provvedimento scadrà a fine anno e il Governo non sembra intenzionato alla proroga. Così senza quota 100, rimangono sostanzialmente due le modalità per avvicinarsi alla pensione ed uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. La prima via è il riscatto della laurea e la seconda strada è quella della pace contributiva. Queste sono le 2 strade per l’uscita più veloce dal lavoro e una pensione anticipata, attualmente percorribili.

Il riscatto della laurea permette di riscattare gli anni legali di studio e di renderli utilizzabili ai fini pensionistici. Per quest’anno il lavoratore che vorrà riscattare gli anni di laurea dovrà pagare una cifra di 5.265 euro per ogni anno di corso. Una cifra non irrilevante ma completamente deducibile.

La seconda strada è la pace contributiva. Permette ai lavoratori di recuperare anni di lavoro in cui non sono stati versati dei contributi. Questa norma è rivolta a chi non ha avuto nessuna contribuzione precedente al 1996 e non è già titolare di un trattamento diretto. I lavoratori che si gioveranno di quest’agevolazione, potranno riscattare i periodi non coperti da contributi, fino a un massimo di 5 anni.

Come abbiamo scritto sopra, la pace contributiva dovrebbe cessare alla fine dell’anno. Tuttavia, il Governo potrebbe prorogarla al 2022 per mitigare gli effetti della cessazione di Quota 100.

Approfondimento

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