Variante Omicron: nuovi scenari

Covid

La variante Omicron si sta sempre più imponendo all’attenzione di media e studiosi, avendo dimostrato la possibilità di diventare quella dominante in diversi contesti geografici, soppiantando la Delta.

Tale circostanza solleva diverse problematiche, cui cerchiamo di dare una risposta in questo articolo, come da nostra abitudine, in termini rigidamente quantitativi, o comunque supportati da dati oggetto di evidenza scientifica.

Ovviamente il Covid e le sue mutazioni non pongono solo questioni sanitarie, o di competenza strettamente scientifica, ma anche politiche, come le misure che si potrebbero disporre, per far fronte alla situazione.

Ma anche queste verranno, da parte nostra, affrontate alla luce di considerazioni desunte in primis dal metodo scientifico. Con particolare riferimento alla loro concreta fattibilità ed alla relativa efficacia.

Solo in conclusione della nostra analisi sulla variante Omicron e nuovi scenari, proporremo un’analisi di tipo invece politologico, ma riservata alle sole, probabili conseguenze politiche dell’attuale situazione.

Vedremo quindi se alcune ipotesi di nuove misure, che parrebbero avere una certa probabilità di essere assunte dalle competenti autorità, abbiano ragion d’essere o se, invece, non paiono giustificate.

Per rispondere a tutte queste domande, abbiamo effettuato uno specifico lavoro di ricerca, analizzando soprattutto dati messi a disposizione dalla comunità scientifica. Ma, per dare un maggior ordine alle nostre analisi, ecco un breve sunto dei temi trattati:

  • Apparente contraddizione tra diffusione virale e r0 minore rispetto a quello della variante Delta
  • Nuove ipotesi di efficacia vaccinale e di r0, che sostituiscono quelle iniziali: e l’immunità di gregge?
  • Superamento resistenza grafica
  • Lockdown solo per non vaccinati?
  • Incoerenza tra propositi di non chiudere ed ipotesi di lockdown

Variante Omicron: nuovi scenari

Apparente contraddizione tra diffusione virale e r0 minore rispetto a quello della variante Delta

In una nostra precedente analisi sulla variante Omicron, avevamo detto che secondo i primi dati provenienti dal SudAfrica, pareva avere un indice r0 (r con zero) attorno ad 1,34, e comunque inferiore rispetto a quello della Delta.

Tale ipotesi apparentemente viene contraddetta dalla notevole capacità di diffusione, che questa variante sta dimostrando di possedere.

Ma, appunto, si tratta di una contraddizione solo apparente.

Questo perché la diffusione di una variante non dipende solo dall’indice r0, come si potrebbe erroneamente pensare, ma anche dall’efficacia dei vaccini (e di altre misure) nel contrastare diffusione e contagi.

Può quindi capitare che una variante, pur dotata di un r0 inferiore a quello di altra variante, possieda tuttavia una maggior capacità di superare le barriere alla diffusione, poste da misure come i vaccini.

Il risultato è di possedere una maggior capacità di diffusione, nonostante un r0 inferiore.

Nuove ipotesi di efficacia vaccinale e di r0, che sostituiscono quelle iniziali: e l’immunità di gregge?

Ma quali sono le ipotesi prevalenti attualmente circa l’efficacia dei vaccini ed il parametro r0 della Omicron?

E si potrebbe raggiungere un’immunità di gregge tramite vaccinazioni?

Come abbiamo detto nella parte iniziale dell’articolo, una delle ipotesi che, in un primo momento, pareva prevalere, era la possibilità di raggiungere, con questa variante, una immunità di gregge, essenzialmente tramite una campagna vaccinale.

Attualmente le due principali ipotesi circa la Omicron riconducono ai seguenti dati quantitativi.

Si ipotizza un r0 pari a 3, comunque inferiore rispetto a quello della variante Delta, ma un elevato grado di evasione immunitaria, l’83%. Che equivale ad indicare un 17% di efficacia dei vaccini.

Oppure, quale seconda ipotesi prevalente, si afferma che potrebbe avere un r0 pari a 9 ed un modesto grado di evasione, il 20% circa. Ossia un indice di efficacia dei vaccini attorno all’80%.

Come si nota entrambe le ipotesi indicano un r0 comunque superiore a quello che pareva provenire dalle prime indicazioni dal SudAfrica di 1,34.

Ma comunque il mix di tali elementi spiegherebbe, in effetti, il perché di questa notevole diffusione.

Occorre poi aggiungere un altro elemento

Pare infatti che la Omicron sia dotata di una notevole capacità di reinfettare soggetti già infettati, e da qui un ulteriore incremento dei casi.

Per chi volesse una rappresentazione quantitativa della situazione, potremmo usare la formula dell’immunità di gregge, che con valori dei relativi risultati superiori ad 1, dimostra che non è possibile raggiungere alcuna immunità di gregge neppure vaccinando l’intera popolazione.

Applicando quindi i parametri relativi ad r0 ed E (efficacia dei vaccini) alle due ipotesi sopra considerate, otteniamo quanto segue.

Prima ipotesi: r0 pari a 3 ed E pari al 17%.

(1-1/3) /0,17, da cui: 3,92.

Seconda ipotesi: r0 pari a 9 ed E pari all’80%.

(1-1/9) /0,8, da cui 1,11.

In entrambi i casi otteniamo un risultato superiore all’unità, che significa impossibilità di raggiungere una immunità di gregge, pur vaccinando l’intera popolazione.

Discorso ovviamente diverso da quello relativo al tipo di conseguenze diverse in caso di infezione con e senza vaccinazione.

Ma in questo contesto noi ci occupiamo solo di comprendere se sarebbe possibile o meno l’immunità di gregge.

Questi risultati sono ben diversi da quelli che si ipotizzavano inizialmente, con un indice r0 pari ad 1,34 ed un indice di E pari all’80%.

Infatti in questo caso avremmo avuto:

(1-1/1,34) /0,8, da cui: 0,31.

Infatti in questo caso, come notiamo, il risultato sarebbe stato inferiore ad 1. E poteva essere sufficiente vaccinare un 30% della popolazione, per raggiungere l’immunità di gregge.

Tramonta quindi, all’esito dell’analisi rigidamente quantitativa, sin qui condotta, l’ipotesi di una immunità di gregge conseguente a campagna di vaccinazione.

E viene contestualmente spiegata la motivazione della notevole diffusione di questa variante, in base alla formula sopra applicata.

Superamento della resistenza grafica

Della notevole capacità di diffusione di questa variante, possiamo anche avere un’evidenza grafica.

In una precedente analisi abbiamo spiegato che il grafico del Covid può essere interpretato anche alla luce di alcune regole dell’analisi tecnica.

Sinora il grafico aveva consentito la costruzione di pattern canaliformi, ed ogni volta che il livello del virus toccava il bordo superiore, tendeva ad invertire dal rialzo al ribasso.

Questa volta, invece, le cose stanno andando in modo decisamente diverso, come evidente dal seguente grafico:

rottura resistenza grafico covid

Sulla destra del grafico l’ondata rialzista in corso.

Notiamo, a differenza di quanto successo nelle altre, che questa volta il grafico ha rotto la retta superiore in rosso.

Lockdown solo dei non vaccinati?

Non possiamo esimerci, in questa analisi, dal considerare a quali misure stia pensando il governo, per far fronte alla nuova impennata.

Una voce circolata in questi giorni faceva pensare all’ipotesi di vaccino obbligatorio erga omnes.

Ma, come dalle evidenze rigidamente scientifiche e quantitative, illustrate nei precedenti paragrafi, è chiaro che difficilmente si riuscirebbe ad arginare la diffusione del virus.

Il tutto, fermo restando la pluralità di opinioni contrarie, espresse da più parti, sia a livello scientifico, che non.

Anche Romano Prodi si è detto quanto meno perplesso, condividendo anche i rilievi inerenti alla difficoltà di ottenere veramente un risultato in tal senso.

Certo, come sottolineato da più parti, una sanzione per non vaccinati potrebbe sempre essere disposta, ma difficilmente servirebbe a convertire la decisione di chi non abbia voluto vaccinarsi.

Ed invece, quel che serve dal punto di vista sanitario, è semmai la vaccinazione, non la sanzione dell’inosservanza di un obbligo.

Ecco quindi l’ipotesi, anche questa trapelata da diverse indiscrezioni, di una ipotesi nettamente diversa.

Quella di un lockdown dei non vaccinati.

Anche questa, tuttavia, quanto meno di difficile attuazione.

Basti pensare al primo lockdown, che era generalizzato.

Anche in quel caso, certo, vi fu l’irrogazione di sanzioni amministrative.

Comunque in parte queste furono annullate a seguito di ricorsi legali, e quindi anche la sanzione amministrativa ha perso parte della sua efficacia deterrente.

Inoltre dobbiamo domandarci come si potrebbero individuare coloro che violino un eventuale lockdown per non vaccinati.

Se la maggior parte della popolazione è vaccinata, sarebbe quanto mai difficoltoso predisporre controlli

Un conto è fare sorveglianza su una intera popolazione soggetta a lockdown, ben altro conto è fare sorveglianza su una popolazione, di cui la maggior parte non è soggetta a tale misura restrittiva.

Semmai, è più agevole disporre l’uso obbligatorio di misure di protezione individuale, come l’uso della mascherina all’aperto.

Non a caso, anche il lockdown che sta varando la Danimarca è essenzialmente una chiusura di esercizi commerciali e di luoghi di spettacolo, ma allora ritorna, ancora una volta, questo inquietante interrogativo: non si era detto che si era in grado di evitare lo stop economico di un paese, generalizzato o relativo ad alcuni settori?

ll tutto, fermo restando che anche in caso di lockdown sono previste varie eccezioni, come il dover assistere qualcuno o il recarsi a fare la spesa, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini anche di possibili scusanti.

Come ultima ipotesi, qualcuno ha avanzato l’idea di un nuovo Green Pass, una sorta di doppio Super Green Pass.

Per l’accesso a determinati ambiti, come quelli adibiti a pubbliche manifestazioni, tipo un concerto, occorrerebbe dimostrare non solo la vaccinazione, ma anche un test negativo.

Subito pronta la controreplica di chi ha osservato quanto segue: ma allora a cosa serve la vaccinazione?

Sarebbe quindi una misura foriera di ulteriori polemiche.

Incoerenza tra propositi di non chiudere e ipotesi di lockdown

Abbiamo sin qui esposto evidenze quantitative e rilievi di criticità, relativi a diverse ipotesi su come affrontare questa nuova fase della pandemia.

Con riferimento essenzialmente a fattibilità e concreta efficacia delle diverse misure proposte.

Ma, per concludere sul tema: “Variante Omicron: nuovi scenari”, riteniamo anche di non poter non affrontare un ultimo tema di fondo, quello delle prospettive politiche.

Si tratta, probabilmente, dell’unico tema in cui, a differenza di precedenti considerazioni, potrebbe prevalere una certa discrezionalità interpretativa, ma questo dipende dalla natura dell’argomento finale.

Personalmente, ci è sempre stato difficile pensare che l’utilità di un organo esecutivo, a qualunque contesto esso appartenga, politico, societario, aziendale, etc., sia riconducibile solo all’essere e restare in carica.

Ogni esecutivo si pone degli obiettivi e, conseguentemente, è inevitabile verificare se sia in grado di conseguirli o meno.

Che si tratti di un board societario o di un esecutivo politico.

Il governo Draghi è nato, tra le diverse motivazioni possibili, anche e soprattutto per affrontare una pandemia.

E sin dalla sua nascita certi elementi scientifici erano già noti.

Non è certo una novità che i virus possano generare varianti e che i vaccini possano avere una diversa efficacia nei confronti di ognuna di queste.

Come non è una novità che l’r0, in combinazione con l’efficacia maggiore o minore di un vaccino, possa determinare una maggior infettività o meno di una singola variante.

Non si tratta quindi di fenomeni sconosciuti

Eppure, a fronte di questa circostanza, gli strumenti predisposti sinora dall’esecutivo sono stati indicati come finalizzati e sicuramente efficaci per evitare nuovi lockdown.

Personalmente riteniamo che sarebbe in primis un danno all’economia del Paese riproporre un lockdown, sia pure riservato ad una categoria di soggetti.

Peraltro la finalità di certe misure non era rivolta solo ad evitare lockdown generalizzati, ma anche settoriali.

La sintesi di queste considerazioni è che a nostro modesto parere, come dicevamo, un esecutivo, compreso quello attualmente in carica, deve sapere dimostrare di far fronte agli impegni presi.

Criterio del resto richiamato dallo stesso Draghi, quando ha parlato di esecutivo utile, se dimostra la sua efficacia.

E certe misure, invece, anche per i motivi già esposti, sarebbero una palese contraddizione di quanto prospettato.

Se infatti si parte con l’obiettivo prioritario di evitare lockdown, cosa si deve pensare, se invece tra le misure poi varate vi sono, appunto, nuovi lockdown?

Abbiamo assistito, in diverse circostanze, ad esecutivi, anche al di fuori del contesto politico, che hanno preso talora atto di non poter garantire quanto prospettato.

Il contesto politico

Proprio per questo motivo, non possiamo non tener conto che, quanto al contesto politico, diverse voci stanno sollevando un’ipotesi di difficoltà di tenuta dell’esecutivo, presieduto da Draghi.

Non è una nostra personale interpretazione, ma un’opinione, che sta divenendo condivisa da un sempre maggior numero di analisti e di politici.

Probabilmente si sta raggiungendo il punto più elevato, sinora affrontato, di rischio di tenuta del governo in carica.

Proprio perché la variante Omicron pone anche un rischio politico, non solo sanitario.

Quello di affrontare la situazione con inevitabili contraddizioni, che probabilmente almeno alcune forze della maggioranza non sono disponibili ad accettare.

Con l’inevitabile conseguenza di considerare talune decisioni una sorta di punto di non ritorno, superato il quale la partecipazione all’attuale esecutivo sarebbe considerata più negativamente, che altro.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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